sabato 19 novembre 2016

Chi è il vero nemico da combattere...

"Grande Ale, sei un vero combattente!"

Quante volte me lo hanno detto in questi anni, e quante volte io non ho capito chi stavo combattendo. Ovvio, per tutti il mio nemico, la cosa da combattere, era la malattia, ma non per me. La malattia è sempre stata fuori dalla mia vita, ho sempre cercato di non pensarci, di guardare avanti, di accettarla per superarla. Di concentrarmi su tutto il resto. Ho sempre pensato che la mia stanchezza fosse la conseguenza del vivere e non del combattere.

Però è vero, la lotta c'è. Ci sono sere che mi sento vincente e chiudo gli occhi col sorriso, ci sono altre sere, tante altre sere, che mi sento sconfitto e chiudo gli occhi per non vedere. 

Le ultime settimane sono state molto dure, è sono state tante le sere in cui ho chiuso gli occhi per spegnere la mente, per trovare sollievo, per darmi una pausa.

Negli ultimi giorni mi sono chiesto tante volte, perché sto così male, dove spendo tutte le mie energie, chi è questo nemico da combattere.

Ho cercato, ho pensato, volevo vedere il mio nemico negli occhi. Guardarlo negli occhi, trovare le ultime energie per scatenare la battaglia finale. Mi sentivo stremato, sentivo che non potevo resistere ancora. Da vincente o da perdente, volevo comunque che questa lotta finisse. La necessità del riposo era più forte della voglia di vincere.

Non ricordo come, non so come, ma poi ho capito, poi l'ho visto il mio nemico. Il mio nemico sono io. E' la mia mente, il mio nemico è dentro di me. Non lo vedevo, non potevo vederlo, perché cercavo nel posto sbagliato, cercavo negli eventi, nelle persone, nella sfortuna. Cercavo fuori da me.

Il mio nemico, è la giustificazione, è la scusa che trovo ogni volta che dovrei agire per reagire. Il mio nemico, è la paura di sbagliare, la paura di quello che potrebbero pensare gli altri, il mio nemico è dare peso a quello che dicono gli altri. Il mio nemico è la mia insicurezza, è la mia paura.

E' vero, la mia è una lotta dura. La lotta contro la mia voglia di arrendermi, di lasciarmi guidare dagli altri e dagli eventi. E' una lotta contro il mio immobilismo, contro il mio vittimismo, contro il dare la colpa di tutto agli altri. E' una lotto contro l'arrendermi, contro il lasciami sopravvivere.

Lotto perché voglio essere io a decidere, voglio essere io alla guida del mio destino, perché voglio essere più forte delle mie scuse e giustificazioni. Lotto perché voglio vivere. Lotto perché voglio essere felice.

Mi guardo in giro è vedo tantissime persone arrabbiate, deluse, che passano la vita bloccate dalle loro scuse e giustificazioni. Tantissime persone che trovano la soluzione della loro infelicità, della loro insoddisfazione nel dare la colpa agli altri. Tantissime persone immobili, ferme sulle loro intenzioni, incapaci di agire per raggiungere quello che vorrebbero, incapaci di trasformare le intenzioni in fatti. Tante persone che non sanno cosa vogliono veramente.

Ho capito che la lotta continuerà finchè vivrò, e spero di lottare il più a lungo possibile.

Tutti dobbiamo scegliere per cosa lottare. Io ho scelto, ho scelto di essere felice e lottare per questo.

martedì 15 novembre 2016

Problema e Sfida

E poi mi accorgo che mi basta cambiare la parola "problema" in "sfida" per fare diventare tutto più chiaro, per ritrovare l'energia per agire, per rialzare lo sguardo, per accendere il mio miglior sorriso. Per capire che la differenza la faccio io e che quella sfida è arrivata per permettermi di migliorare, di crescere. Quella sfida, che diventi medaglia o cicatrice, è comune la mia vita.

domenica 13 novembre 2016

SOGNO, VISIONE, PASSIONE, VITA.

Chiudi gli occhi e cerca il TUO SOGNO. Cerca quel sogno che ti fa battere il cuore più forte, quello che ti fa sbocciare il tuo miglior sorriso, quello che sbriciola tutte le tue paure.
Prendi quel sogno e trasformalo nella TUA VISIONE. Visualizza tutti i dettagli, tutti i particolari di quella visione. Senti i profumi, vivi tutta l'intensità dell'emozioni di quella visione. Apri gli occhi e agisci perché quella visione diventi la TUA PASSIONE, diventi la TUA VITA.
SOGNO, VISIONE, PASSIONE, VITA.

lunedì 7 novembre 2016

Ho voglia di vomitare tutto quello che ho dentro ma andrà tutto bene.

La voglia è tanta, forse addirittura è necessità. L'ira è fortissima. Ho voglia di urlare, di incazzarmi e di vomitare tutto quello che ho dentro.

Abbiamo un problema, allora uniamoci per capire la causa e agiamo tutti insieme per risolverlo. Tutti insieme con lo stesso obiettivo. Invece? Invece l'istinto è tirarsi indietro, è cercare le colpe e le giustificazioni per quello che è successo. È questo che mi fa incazzare, è questo che mi fa stare male.

Noi siamo diversi, noi sappiamo che se lo scafo della nave ha una falla, la prima cosa è chiuderla, poi fare in modo che non se ne aprano altre e solo dopo, solo alla fine, capire come mai si è formata la prima e imparare perché non succeda più. Noi sappiamo che non ha senso, che è una pratica suicida, che è una stronzata, guardare la falla e chiedersi chi è stato a farla, di chi è la colpa.

Si, è atteggiamento comune, si, è un brutto atteggiamento comune. Facebook è pieno di post e di commenti di persone che scrivono solo per dire, per indicare, per puntare il dito su chi è il colpevole, il presunto colpevole di questo e di quello. La colpa dei migranti è di questo, la colpa della crisi economica è di quello. Siamo arrivati all'assurdo del dare la colpa del terremoto alla vendetta del Signore per i matrimoni gay.

Pensate, se la prima volta che mi hanno diagnosticato la leucemia mi fossi impuntato a cercare di chi fosse la colpa, pensate poi alla seconda e alla terza volta. Forse è lì, anzi è sicuramente lì, che ho imparato che non serve a niente cercare le colpe, chiedersi il perché è successo proprio a me, ma serve capire le cause, e con la leucemia è già un bel casino, ma soprattutto è importantissimo, è la cosa più importante, concentrarsi sul come imparare da quello che è successo e agire di conseguenza. Dalla mia esperienza ho capito che l'unica cosa che posso fare è godere in felicità ogni istante della vita che mi resta da vivere. Non ho il controllo su quanta vita potrò ancora vivere, ma ho il controllo su come viverla, e qui voglio fare la differenza, e qui devo dimostrarmi di aver capito e devo farlo stando nel qui e ora, stando nel presente, guardando le cose belle della vita e accettando quelle brutte, e lo devo fare con il sorriso.

Se c'è un problema dobbiamo come prima cosa agire immediatamente e con determinazione per arginare e minimizzare i danni causati dal problema, subito dopo cercare le cause del problema per capire come risolverlo e prevenire perché non si ripeta, facendo di questa esperienza un momento di crescita.
È importantissimo in questo processo, avere la consapevolezza delle cose su cui si ha il controllo o comunque la possibilità di agire con efficacia e quelle cose che non dipendono da noi, che non possiamo modificare. Nella fase di risoluzione e prevenzione del problema, non ha senso concentrare energie sulle cose su cui non possiamo influire, devono essere prese come dato di fatto, e concentrare i nostri sforzi sulle cose che possiamo modificare.

Quando si parla di colpa, quando si cerca la colpa, si fa sempre riferimento a persone, ma le persone sono la causa solo se c'è dolo o negligenza, se l'azione è compiuta volontariamente per causare dei danni. In questo caso non siamo davanti a un problema ma a un delinquente che si merita la giusta punizione secondo la legge. In tutti gli altri casi, dobbiamo cercare le cause nelle procedure, nei comportamenti delle persone e non nelle persone, nella non corretta formazione delle persone e nella non corretta consapevolezza delle conseguenze delle azioni.

Quando i problemi sono gravi, più i problemi sono gravi, e più dobbiamo vedere nell'unione delle persone il modo migliore per risolvere questi problemi.

Tutti abbiamo delle capacità e attraverso l'unione e la condivisione di queste capacità possiamo risolvere i problemi. Attraverso l'unione e la condivisione, queste stesse capacità aumentano in modo esponenziale e nessun problema è irrisolvibile.

Questo è uno di quei momenti in cui devo riuscire a chiudere gli occhi, fare un profondo respiro, mettermi il mio miglior sorriso e dire "ANDRÀ TUTTO BENE!" e andrà tutto bene perché siamo un gruppo speciale.