lunedì 26 settembre 2011

CONTRO OGNI PROGRAMMA (RADIOFONICO) HO DECISO DI CREDERCI ANCORA

Su Radio24 passa il mio programma preferito di questo periodo, “Io sono qui”. Un programma che parla di storie, storie vissute e raccontate. Un programma che mi fa venire voglia di scrivere.
Sto tornando da un incontro di lavoro che mi ha lasciato molto male. Erano giorni che pensavo a questo incontro, avrei dovuto spiegare a degli “amici” perchè non potevo più collaborare con loro. Era una di quelle decisioni che vengono dettate dagli eventi a cui non si può andare contro.
Non so il motivo reale ma sono stato trattato veramente male. Da inguaribile ottimista mi dico che forse per loro era una giornate “no”. La mia non era certo una notizia positiva, c’è di molto peggio nella vita, ma non era una notizia positiva. Mi sono anche preso la briga di fare 250 chilometri per dirgliela di persona e non per telefono o ancora peggio via e-mail.
Comunque mi hanno cortesemente accompagnato alla porta. Nella mia oramai ventennale vita lavorativa, di cose strane me ne sono successe, e questa non è certo una di quelle più eclatanti. Anzi rientra sicuramente nelle soft. La cosa che mi ha lasciato perplesso è che nonostante ci fossimo lasciati intendere per anni che il nostro rapporto era qualcosa di più di numeri e cifre, alla fine è stata una cortese porta in faccia a chiudere i rapporti.
Sono qui in macchina e penso. I chilometri passano e la radio racconta ma io non riesco a concentrarmi su questo. La mia testa è ancora in quell’ufficio e rimugina, e immagina ipotetici discorsi e contro discorsi per avvalorare la mia posizione. Come se servisse a qualche cosa.
Da un sassolino, sta diventando una frana... inizio a mettere in rassegna tutte le persone con cui interagisco per lavoro, e una dopo l’altra le bollo tutte come possibili “sbattitori di porte”. Cerco qualcuno che non tradirebbe mai il rapporto che ci lega per questioni di lavoro o soldi. Qualcuno si salva, ma nessuno a pieni voti. Io per primo. Nelle intenzioni moltissimi, ma poi i fatti sono un’altra cosa.
Sarà che adesso alla radio c’è il notiziario con tutte le schifezze che ci stanno dentro, ma il sangue mi sta diventando più acido e il pessimismo mi pervade. Sto per arrivare alla conclusione che il mondo è uno schifo, e che l’unica cosa importante è stare sempre con le spalle rasenti al muro per evitare pugnalate. Ci sono quasi ma... ma so che non è così. Dentro di me è impresso che non è così, ho sempre lottato per non credere che sia così.
La vita è la mia e sono io a decidere in cosa credere. Tanto tempo fa, ho deciso di credere nel bello della vita, ho deciso di dare fiducia alle persone. Ognuno può credere o no nel bello della vita e comportarsi di conseguenza, è una scelta personale. Niente di più.
Il mondo ti spinge a prendere la via più facile, quella dell’egoismo e della chiusura. Ma c’è anche l’altra via, quella di una visione d’insieme e delle scelte condivise, senza paura di essere “fregato”.
Adesso alla radio parlano di borsa e di mercati ma fortunatamente io sono arrivato.

domenica 25 settembre 2011

8 MINUTI

Tengo premuto il pulsante destro del mouse, e trascino l’ultimo messaggio della posta in arrivo nella cartella “Richieste Prodotto Estero”. Incredibile, dopo quasi un mese, la casella della “posta in arrivo” è vuota. E sì che negli ultimi giorni si era anche riempita di brutto. Stando al Cheese non mi era facile rispondere e giorno dopo giorno i messaggi si moltiplicavano. Ma oggi gli ho dato un bel colpo e in 6 ore sono riuscito a selezionare e rispondere a una quarantina di mail importanti, e leggere e cestinarne un centinaio non importanti.

... mi ricordo mio padre una quindicina di anni fa, agli albori dei telefoni cellulare. Era sempre attaccato alla cornetta. Ore e ore al telefono. In ufficio, in macchina e anche a casa. Sempre al telefono. Mi sembrava una cosa esagerata.
Oggi un pò mi rivedo in lui, altri tempi e altri strumenti di comunicazione, ma sempre la stessa cosa. Ore e ore a gestire comunicazioni. Posta elettronica sull’iPad a colazione, in ufficio sul Mac, sul telefonino in macchina e anche alla sera a letto prima di dormire. Mio padre iniziava verso le 8 e finiva verso le 21. Io inizio alle 7 e molte volte alle 23 sono ancora li che leggo e scrivo messaggi...

Per non perdere l’attimo di libertà spengo il computer, e decido di andare a casa dai bambini. E’ abbastanza presto per poter stare un’oretta con loro prima di cena. Mi preparo per uscire ma,,, “bib bib”, il telefonino mi dice che è arrivata una e-mail. Guardo l’orologio, sono passati 8 minuti. 8 minuti con la casella vuota. Questa sera non controllerò la posta e sono sicuro che dormirò più sereno. Alle e-mail ci penserò domani mattina, forse.

lunedì 19 settembre 2011

SAPERE PER SENTITO DIRE

Prima un premessa per sgomberare qualsiasi dubbio, quello che sto per scrivere non è assolutamente legato alle mie idee politiche che non possono essere assolutamente inquadrate in nessun movimento politico passato e presente.
Questa sera tornado a casa in macchina, ho ascoltato una parte della trasmissione “la zanzara” su Radio 24. Non so se sia un vanto o no, ma credo di essere uno dei primi ascoltatori di Radio 24. Ricordo ancora il cartellone pubblicitario che più di dieci anni fa campava in piazza Bande Nere e che annunciava l’inizio delle trasmissioni. Ricordo di aver sintonizzato la radio su 104,9 il mattino del loro primo giorno di vita, e da quel momento li ho sempre seguiti. All’epoca facevo un sacco di chilometri in macchina e mi era piaciuta l’idea di una radio non musicale che non fosse un canale Rai.
Tornando ai giorni nostri, questa sera ho ascoltato questa trasmissione che si chiama “la zanzara” che va in onda dalle 18.30, credo fino alle 21.00 o giù di li. E’ una trasmissione che mi capita di sentire abbastanza spesso perchè coincide con il mio orario di rientro dal lavoro. Quando ero in ospedale la sentivo tutte le sere.
Sinceramente non mi fa impazzire perchè, soprattutto negli ultimi mesi, è diventata una trasmissione più di gossip trash della politica che una vera trasmissione dedicata alle opinione degli ascoltatori.
Questa sera ne sono rimasto “disgustato”, parola pesante ma in linea con il tenore della trasmissione. C’era ospite un politico lombardo non di primissimo piano, famoso soprattutto perchè fratello di ministro. Ovviamente i conduttori hanno subito iniziato a punzecchiarlo sulle sue idee politiche di destra old style, che lui non ha assolutamente rinnegato. Anzi, ha cercato di alzare il livello del discorso su un piano storico sociale, comunque non riuscendoci.
La cosa che più mi ha lasciato male è stato il fatto che i conduttori hanno attaccato e deriso questo politico utilizzando solo affermazioni qualunquiste, affermazioni di pura propaganda post bellica. Affermazioni di puro estremismo dialettico.
Visti come si sono comportati mi chiedo se questi conduttori abbiano mai letto un libro di storia. Mi chiedo questo perchè è stata evidentissima la loro fuga da un confronto sui fatti. Le loro erano affermazioni del sentito dire comune. Sono sicuro che se qualcuno gli avesse chiesto di dare conto di quanto stavano dicendo, avrebbero risposto: “ma lo dicono tutti”.
Le generazioni post belliche in Italia sfortunatamente non hanno studiato una storia di cronaca ma una storia di propaganda politica.
Altra cosa che mi ha fatto cadere le braccia è che uno dei due conduttori, a un certo punto ha continuato la trasmissione non più in diretta dallo studio radiofonico ma al telefono perchè doveva andare a un appuntamento non so dove. Ad un certo punto è arrivato alla fermata dei taxi e ha fatto sentire a tutti in diretta come è riuscito a “soffiare” il taxi ad una turista inglese che c’era prima di lui. Ridendo diceva: “vedete come sono bravo, ho imparato anch’io!”
Questo è il mondo che ci circonda, un mondo pieno di persone che guardano scandalizzate la pagliuzza nell’occhio degli altri e non si accorgono della trave nel loro. Un mondo di gente che parla solo per frasi fatte e d’effetto, totalmente chiuse al confronto.
Recentemente ho letto due frasi che mi sono piaciute. La prima è di Bertrand Russell, e dice “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.”
La seconda, di cui non ricordo l’autore, dice: ”non discutere mai con uno stupido, perchè prima ti porta al suo livello e poi ti batte con l’esperienza”.

giovedì 15 settembre 2011

NOTA DELL'AUTORE (SOPRATTUTTO PER MICHI)

Preciso a tutti che nel post "UN MONDO DI VITTIME E INCAZZATI" ho descritto alcuni comportamenti in prima persona solo per una questione stilistica, non perché miei comportamenti. Mi piacerebbe in questo periodo avere le energie per stare 12 ore in ufficio, rassicuro Michi che non ci starei comunque, ma non è così.

mercoledì 14 settembre 2011

IO SONO TORNATO MA I CONTI NO

Torno a casa dopo “un’intensa” giornata di lavoro. Una di quelle giornate proprio del cavolo. Dove tutto va storto e in più chi ti dovrebbe aiutare a risolvere i problemi, diventa lui stesso un problema. Diciamo proprio una giornata di merda.
Torno a casa, ovviamente, a energie zero. Con la sola voglia di mettermi sul divano e spegnere il cervello ma anche con la voglia di condivisione, la voglia di parlare con qualcuno per potermi sfogare. Non cerco risposte o aiuti su come risolvere i miei problemi di lavoro. Cerco qualcuno che mi ascolti e che magari mi dia anche una bella pacca sulla spalla e mi dica: “non ti preoccupare, si risolverà tutto”. Cerco qualcuno che se non mi capisce, almeno faccia finta di farlo.
E invece torno a casa e cosa trovo? Trovo qualcuno che si incazza perchè mi sono stancato al lavoro. Qualcuno che mi vorrebbe fare, e se non scappassi in tempo mi farebbe, una bella paternale sul fatto che per le mie condizioni di salute lavoro troppo. Che dovrei riposarmi di più. Stare a casa di più. Trovo qualcuno che mi dice che mi trascuro, che “non capisco” la mia condizione. Praticamente che sono uno stupido, che fa solo il bene degli altri.
I conti non tornano. Io cerco di non far pesare la mia situazione di salute, ne fuori ne tanto meno in casa. Faccio finta mille volte al giorno che tutto vada bene e che è ok. Cerco di portare avanti la mia vita e i miei impegni, cerco di dare conto alle mie responsabilità. E il risultato è che chi mi dovrebbe supportare, invece mi da dello stupido.
Io anche questa sera sono tornato a casa ma anche questa sera i conti no.

UN MONDO DI VITTIME E INCAZZATI

Una delle mie regole nel giudicare l’operato degli altri e soprattutto il mio è: mai confondere le intenzioni con i risultati.
Crediamo di aver “fatto” molto più degli altri, crediamo di aver dato il massimo e oltre. Crediamo di aver fatto il possibile. E su questa credenza giudichiamo il nostro lavoro. Ovviamente il risultato è sempre lo stesso. Io ho fatto un sacco e gli altri niente.
Sfortunatamente quasi sempre confondiamo quello che vorremo fare con quello che realmente facciamo, cioè le intenzioni con i risultati.
Avrei voluto scalare l’Everest e ce l’ho messa tutta per farlo, ma questo non è sufficiente per mettere la bandierina sulla cima. Bisogna arrivare in cima per poter dire di aver scalato l’Everest, anche se si è il migliore scalatore al mondo.
Passo minimo 12 ore al giorno in ufficio, torno a casa e penso al lavoro, anche nei weekend l’unico pensieri è sempre lui: il lavoro. Di notte non dormo per i problemi del lavoro. E guarda quel mio collega, non sgarra di un minuto gli orari d’ufficio, il weekend è sempre in giro a divertirsi e guadagna più di me. Non è giusto!!!
Ma la domanda è: quali sono i miei risultati e quali quelli del mio collega?
Nota aggravante è che chi giudica le proprie intenzioni e non i proprio risultati, quando viene messo davanti all’evidenza dei numeri o dei fatti, trova sempre un modo per giustificarsi.
Ma io ce l'ho messa tutta è che .... e qui un milione di scuse. Non è colpa mia, è colpa di questo o di quello.
Cosa poi che mi fa andare fuori di testa è quando, oltre a giudicarsi sulle intenzioni, oltre a giustificare le proprie mancanze, ci si incazza.
Ecco, questo è proprio quello che mi fa andare fuori di testa e sfortunatamente per me il mondo è pieno di gente così.

sabato 10 settembre 2011

HO VISTO IL FONDO

Ieri sera sono stato veramente male. Quel male che è fuori e dentro.
La giornata lavorativa è stata intensa e quando sono tornato a casa, la famiglia mi ha risucchiato.
Ho perso il ritmo, tutto corre più veloce di me. Non riesco a stare dietro la mia vita. I giorni passano e l’angoscia aumento.
Sto male. Non riesco a fare 10 gradini senza dovermi fermare per riprendere fiato e per i colpi di tosse. Tutti i sapori e gli odori sono alterati. La carne cotta, il soffritto e anche il prosciutto cotto hanno per me degli odori insopportabili. Entrare in cucina o sedermi a tavola sono una vera e propria sofferenza.
A tutti dico che va bene e che è tutto ok, ma non è così. Non mi riconosco più, non trovo più dentro di me le energie. Mi sveglio alla mattina senza stimoli, li cerco, penso e ripenso ma non c’è niente che mi accenda dentro.
I bambini sono bellissimi e meravigliosi, sono la cosa più bella che ho fatto e che mi ha dato la vita, ma non bastano più. Anzi in alcuni momenti assorbono le pochissime energie che ho.
Mia moglie mi è vicina ma anche lei è stufa della situazione che oramai dura da quasi due anni. Cerco il suo supporto ma dovrei essere io a darlo a lei.
Mi sento solo, vorrei parlare con qualcuno della mia situazione ma non c’è nessuno e anche se ci fosse non sono sicuro che avrei le energie per farlo.
Molte volte mi trovo da solo con mia moglie e le parole che ho in testa non escono, vorrei spiegarle, condividere tutti i miei disagi ma la bocca rimane chiusa e la testa scoppia.
Credo negli angeli e nelle loro energie, li sento vicino a me. Li prego tutti i giorni di darmi la forza per ritrovare il mio cammino. Ma mi sento ancora fermo e smarrito.
Vorrei uno stimolo per andare avanti e soprattutto non vorrei più il dubbio. Cento volte al giorno mi si presenta davanti l’ombra del dubbio.
Molto del mio malessere è dato da tutto lo schifo che ho fatto in ospedale e dal non prendere più il cortisone, ma la consapevolezza di questo non mi aiuta.
Forse dovrei riposare, cercare di recuperare le forze dormendo e stando a letto. Ma come si fa con due bambini che hanno bisogno di te. Il dubbio mi dice che non posso sprecare tempo e che devo fare tutto il possibile ma poi mi trovo senza energie e sto male.
Ieri sera non ho toccato il fondo, l’ho solo visto. Ho visto che è molto vicino.
Ho bisogno della scintilla per riaccendere la mia vita. Ho bisogno dei brividi delle cose nuove e delle nuove speranze. Ho bisogno di ricominciare a vivere pensando senza paura al domani.
Voglio la lucidità dei pensieri, la sicurezza delle mie decisioni. Voglio credere di essere nel giusto. Voglio la mia creatività, il mio ottimismo, il mio sognare sempre una vita migliore. Voglio la mia vita.