martedì 25 ottobre 2016

Oggi un soffio di vento.

Giornata difficile, molto difficile. Una di quelle che era da tanto tempo che non mi capitava. Una di quelle giornata dove ogni cosa gira storta, dove le sfide tornano a essere problemi. Dove mi sento solo, molto solo, troppo solo. Dove vorrei degli occhi ad ascoltarmi, ma non ci sono. Dove avrei bisogno di quelle parole, per ridarmi la giusta prospettiva, ma non ci sono.

Il mondo dei feliciani mi sembra lontano anni luce, ma era il mio mondo. Li stavo bene, li ero felice, li eravamo in tanti anche se i letti erano solo due.

Tutto questo NON ha senso, i problemi di oggi sono solo un soffio di vento, nel mondo dei feliciani era la tempesta della mia salute a riempire le giornate. Non c'è più il bastone di Mose, non c'è più il liquido arancione e la morfina, ma tutto mi sembra più difficile, mi sembra impossibile da affrontare.

Ho paura, ma non capisco di cosa. E' una sensazione che conosco, una sensazione profonda dentro di me. Se chiudo gli occhi, la ritrovo in tutta la mia vita. E' una sensazione dell'infanzia che non mi ha mai lasciato, è sempre li, nel mio profondo, e ogni tanto riaffiora e mi sconvolge.

Ma forse il mondo dei feliciani non è poi così lontano, forse, anzi, il mondo dei feliciani è qui più che mai. Questo è proprio uno di quei momenti in cui l'arma più forte è il sorriso, quel sorriso che devo indossare, che mi è difficile indossare, che quasi mi fa male. Quel sorriso che sto indossando, che mi crea vertigini, troppo è il conflitto con la paura. Devo continuare a sorride. È un gesto fisico, come alzare un braccio, lo posso, lo devo fare.

Sto sorridendo e il soffio di vento è tornato a esser solo un soffio di vento...

mercoledì 19 ottobre 2016

Perchè mi devo arrabbiare ogni volta che guardo FB

Anche questa sera, come tante altre, leggendo i post su FB mi sono arrabbiato. Si, la prima domanda è:"Se ti fa arrabbiare, perchè guardi FB?", domanda sensata.
Non è FB che mi fa arrabbiare, ma quello che ci scrive la gente. Non usare FB, non guardare FB, per quello che la gente ci scrive, è come se smettessi di usare la macchina perchè tantissimi superano i limiti di veloci in autostrada, o parcheggiano nei posti dei disabili senza esserlo. Non confondiamo lo strumento con chi lo utilizza.

In particolare questa sera mi sono arrabbiato per un post che criticava la moglie di Renzi, perchè, al posto di andare in classe a fare lezione, è una maestra, ha accompagnato il marito al ricevimento che Michelle e Barack Obama hanno organizzato per il Primo Ministro Italiano, alla Casa Bianca.

Sterilizziamo la questione dalla politica e dei giudizi su Renzi, secondo me la signora Agnese Renzi ha fatto benissimo ad andarci, sono sicuro che sia stata un'esperienza unica, che tutti vorremmo vivere, che le avrà dato tanto e che in qualche modo potrà trasmettere ai suoi alunni. Non so se sia una brava o una cattiva maestra, ma credo che uno dei valori che debba avere ogni maestra è il bagaglio delle esperienze da trasmettere ai suoi alunni. Per me la maestra deve essere principalmente una racconta storie, che con le sue parole fa vivere agli alunni storie fantastiche, e quale storia è più bella di quella del ballo alla corte del re?

martedì 18 ottobre 2016

Nessuno è perfetto.

Nessuno è perfetto. Tutti abbiamo delle caratteristiche positive e delle caratteristiche negative, delle capacità e delle incapacità. Non conta se abbiamo più positività o più negatività, quello che conta è essere abbastanza umili da ammettere le proprie imperfezioni, quello che conta è cercare di accettare e gestire le negatività ed esaltare e amplificare le positività.

Non è facile, ammettere le proprie negatività in maniera obiettiva, senza vittimismo o rassegnazione, è veramente difficile. Per il nostro cervello, le nostre negatività, quello che non sappiamo fare o facciamo male, sono la miglior scusa per giustificare i nostri comportamenti sbagliati. "Cosa ci posso fare, è che sono fatto così".
Sentirsi vittime, vuol dire non prendersi la responsabilità di poter reagire e agire contro le incapacità, soprattutto se sono le nostre. Una miglior coscienza dei nostri limiti, è il primo passo per poterli superare, così come una miglior coscienza delle nostre positività è il primo passo per migliorarci.

Per dare valore al nostro agire, non dobbiamo solo limitare le nostre negatività, così ci standardizziamo, dobbiamo concentrarci sui nostri talenti, cercando di migliorali sempre di più. Se vogliamo fare la differenza, se vogliamo dare valore alla nostra vita, e soprattutto se vogliamo divertirci, dobbiamo usare e amplificare nostri talenti.

È molto più difficile agire, è molto più faticoso agire, è più facile rimanere fermi a giustificarsi delle proprie mancanze.

L'autocoscienza è importantissima e si basa sul non giudizio, ma sulla capacità di autoanalisi delle proprie caratteristiche e comportamenti. Sull'analisi dei fatti e non delle intenzioni.

sabato 15 ottobre 2016

La scuola che vorrei per i miei figli.

La scuola che vorrei per i miei figli è quella in cui:
Il soggetto è l'ALUNNO, non l'insegnate.
Il verbo è APPRENDERE, non insegnare.
L'obiettivo è FORMARE, non occupare.
Ci sono alunni DIVERSI, non alunni bravi e cattivi.
L'aula è il MONDO, non una stanza chiusa da una porta.
Si apprende con le BELLE EMOZIONI, non si insegna con le punizioni.
I compiti sono CORRERE NEI PRATI, TOCCARE LE CORTECCE DEGLI ALBERI E FARE PUPAZZI DI NEVE E TUTTO CON I COMPAGNI E AMICI, non rimanere in casa da soli a scrivere su quaderni bianchi e a quadretti, senza uscire dai bordi.
ma soprattuto dove non si sta zitti ma si RIDE, si RIDE DI CUORE TUTTI INSIEME

Generazione di supereroi per necessità!

Lo zio disse al nipote:"Da un grande potere derivano grandi responsabilità" ma a noi nessuno disse:"Da un grande casino vi toccano grandi responsabilità".

A noi nati in quella generazione di mezzo fra gli anni '60 e '80, nessuno ha detto che ci sarebbe toccato sistemare i casini fatti dai nostri genitori e nonni, e tutti quelli prima di loro. È proprio così, loro hanno fatto il casino e ora a noi la responsabilità di agire per sistemare le cose. 

Tutte le generazione prima della nostra hanno affrontato un sistema di evoluzione molto diverso da quello che stiamo affrontano noi. Hanno affrontato un sistema basato sul migliorare le condizioni di vita, principalmente dal punto di vista economico, del benessere, dei diritti e libertà, rispetto alle generazioni precedente, più semplicemente rispetto a quelle dei loro genitori. 
All'inizio, fino a qualche secolo fa era un migliorare la sopravvivenza quotidiana, poi si è passati a una sopravvivenza anche per le generazioni future. Più recentemente, l'evoluzione ha iniziato a riguardare anche gli aspetti del benessere personale e sociali, oltre agli aspetti economici, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 10 dicembre 1948, gli aspetti dei diritti, delle libertà e delle pari opportunità sono diventati importanti. Un sistema evolutivo che guardava al futuro, cercando di migliorare il passato. 

La nostra generazione non può cercare solo di migliorare il passato, ma deve soprattutto concentra le energie per risolvere i problemi causati dagli errori nell'agire delle generazioni precedenti. Non voglio condannare nessuno. Escludendo i delinquenti, tutti hanno agito in buona fede, ma senza la completa consapevolezza delle conseguenze nel medio lungo periodo. Anche se potessimo tornare indietro, e fossimo noi al loro posto, senza la consapevolezza che abbiamo oggi, sicuramente rifaremmo quanto hanno fatto i nostri genitori e nonni. 

Grazie a quello che sappiamo oggi, siamo la prima generazione che non può pensare solo al nostro benessere e a quello dei nostri figli e nipoti. Siamo la prima generazione che deve pensare e agire per salvare il pianeta Terra. Siamo la prima generazione che ha una scadenza, che non può rimandare, che prima di pensare a se, deve pensare agli altri, al Mondo. La prima generazione che deve porsi dei limiti. 

Siamo la prima generazione che deve porsi dei limite, dei limiti per raggiungere quello che è da sempre il nostri primo obiettivo, dare continuità alla specie umana, e grazie alla consapevolezza che abbiamo oggi, questo vuol dire dare continuità a tutto il pianeta Terra e ai suoi abitanti.

È una sfida impegnativa. Le questioni da affrontare sono tantissime e tutte molto complesse e i nostri mezzi sono pochissimi e non abbiamo tempo per tergiversare. 

Quando eravamo piccolo, le nostre favole, i nostri cartoni animati narravano di supereroi che dovevano salvare il Mondo dall'invasione dei mostri, dalla distruzione totale. Adesso quei supereroi dobbiamo essere noi, tutti noi. 

Lo devo ai miei figli.

Dobbiamo essere supererori ma non abbiamo super poteri, qui nessuna lama rotante o alabarda spaziale, nemmeno un briciolo di raggio fotonico. Cavolo, nemmeno la polvere magica di Pollon.

La nostra arma deve essere l'agire insieme adesso, solo la forza del TUTTI INSIEME ADESSO, può salvare il pianeta Terra. 

Quindi smettiamo di fare quello che stiamo facendo, smettiamo di agire sono per noi stessi, di dare la colpa di tutto al nostro vicino di casa e al politico di turno, smettiamo di pensare solo all'oggi e a noi. Rendiamoci conto che questo porterà alla distruzione del Pianeta, forse già alla fine della nostra generazione. 

Ai tanti che pensano che sto esagerando, la mia domanda è:"Abbiamo tempo per capirlo?" Non sono abbastanza le evidenze che abbiamo ogni giorno sotto gli occhi per capire che qualcosa nel pianeta Terra è cambiato?

Sì, fa paura pensarlo, soprattutto se mi sento solo nel pensarlo. Io sono solo, piccolo e il problema è enorme e mi fa molta, moltissima paura. È una paura fortissima: FINE DEL MONDO, fine di tutto per me e per i miei figli. Anche nella bibbia la fine del mondo, l'Apocalisse, è il passo più potente. 
I nostri primordiali istinti ci spingono con un'incredibile energia, quella della sopravvivenza, a fuggire dall'idea della fine del mondo, ci porta a non pensarci. A noi il non scappare, a noi il trasformare questa energia in agire per fare il possibile per evitarla questa fine del mondo.

Mentre scrivo questo post, il mio cervello mi sta proponendo mille scuse, giustificazioni per non pensarci, per far finta di niente e per tornare al mio quotidiano, già pieno dei miei piccolissimi problemi. Il mio cervello mi dice:"Non ti preoccupare che alla fine l'uomo se l'è sempre cavata", "i temporali ci sono sempre stati", "tu da solo non puoi fare niente", "che se ne occupino i nostri genitori e nonni, che hanno fatto il casino", "lo risolvano quelli delle scie chimiche", "sono i governanti che ci devono pensare", "tu hai altri problemi", "pensa ai tuoi di problemi", "ci sono troppi interessi che tu non conosci", "è tutta una montatura per tenerci impegnati, mentre c'è qualcuno che fa i suoi interessi indisturbato", "sono solo cose che fanno leggere i giornali" e potrei andare avanti a oltranza, vista la difficoltà del problema il mio cervello dimostra un'incredibile creatività per cercare di convincermi a non fare niente, per non far fatica lui a trovare una soluzione a un problema così grande e difficile. Ma se tutti ci lasciassimo convincere dal nostro cervello e nessuno agisse? 

La soluzione è sempre la stessa, il problema è così grande che c'è solo TUTTI INSIEME ADESSO.

Non abbiamo più la giustificazione di non essere consapevoli delle conseguenze del nostro agire, quello che facciamo noi ha una conseguenza, sempre. Dal fare la raccolta differenziata, al buttare per strada un mozzicone di sigaretta, ci sono sempre conseguenze, che possono essere positive o negative. Dall'insultare una persona, al dire buongiorno al vicino di casa, c'è sempre una conseguenza. 

Se abbiamo tutti lo stesso obiettivo, cioè migliorare la sopravvivenza di tutti, il benessere di tutti, dare a tutti gli stessi diritti e opportunità e soprattutto salvaguardare il pianeta Terra, se siamo consapevoli delle conseguenze del nostro agire, se agiamo per conseguenze positive e se lo facciamo TUTTI INSIEME allora saremo TUTTI SUPEREROI con i super poteri per sconfiggere i mostri e salvare la terra dalla distruzione totale.

giovedì 13 ottobre 2016

Cosa voterei se avessi in mano adesso la matita indelebile.

Per definizione, in un mondo imperfetto, non ci sono voti perfetti. C'è chi dice che ci sono voti meno sbagliati e chi invece dice che ci sono voti più giusti. Sapete del mio ottimismo, e quindi scelgo la seconda opzione.

Cercherò di votare al referendum il "più giusto" possibile. Ovviamente secondo la mia consapevolezza e la mia conoscenza dei fatti che avrò al momento in cui terrò in mano la matita indelebile. Sicuramente lo farò con le migliori intenzioni, quindi un voto imperfetto per dato di fatto.

Qualche giorno fa, ho iniziato ad approfondire la questione, ho cercato di capire meglio il merito del referendum. Ero convinto di voler, dover votare per il merito del referendum. Credevo che la questione fosse di dover decidere se fosse meglio l'attuale articolo della costituzione o quello proposto, cioè capire se il nuovo articolo rende migliore il nostro sistema di gestione e governo della Nazione e di conseguenza votare SI o NO.

Ho letto qualche articolo e post, ho sentito dibattiti alla radio, il risultato è stato solo più confusione.
L'argomento è talmente complesso che è facilissimo dare una lettura positiva o negativa allo stesso merito, in entrambe i casi con ottime argomentazioni. Una delle argomentazioni più diffuse è che l'attuale articolo della costituzione ha poche parole, invece quello nuovo ne ha molte di più. In questo caso, varrebbe la pena di riformulare tutta la costituzione, sintetizzandola in "Usate il buon senso e fate i bravi".

Non sono comunque riuscito a trovare niente di obiettivo e non inficiato dall'opinione politica di chi esprimeva il parere. Anche i più neutrali, alla fine esprimevano una scelta di opinione e mai di merito. Credo perché troppo difficile, forse impossibile, trovare un'oggettività sul merito.
La cosa più obiettiva possibile, è leggere i testi dell'attuale costituzione e di quella proposta, ma ovviamente è impossibile comprenderne tutte le sfumature e implicazioni, per un profano come me e per il 99,99% degli Italiani, con la maiuscola per rispetto.

Sfortunatamente non sono politicamente schierato, questo vuol dire che non posso fare mio nessuno slogan di qualche leader politico e ripeterlo a me e agli altri, fino alla matita indelebile. Poi, tanto, chi se lo ricorderà più. (NdA, qualche hanno fa abbiamo fatto un referendum per abolire le preferenze, oggi il movimento politico, innovatore e di maggior successo, vuole una legge elettorale basata sulle preferenza).

Allora ho fatto un passo indietro e ho cercato di capire se oltre alla questione di merito, su cui credo impossibile per me scegliere con obiettività la migliore soluzione, ci fosse qualcos'altro su cui poter decidere. Sarà, ma a questo referendum, voglio proprio votare.

Sono emerse subito due questioni legate al voto del referendum. Renzi Si, Renzi No, potere politico, e Cambiamento Si, Cambiamento No, potere del controllo consolidato.
Per la questione di Renzi Si o No, faccio appello alla saggezza e lungimiranza di Eleonor Roosevelt che ha detto: "Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti e piccole menti parla di persone". Non voglio considerarmi una piccola mente, quindi non parlerò di persone e questo non perché non mi piace Renzi, ma perché preferisco parlare di idee ;O). Poi il potere politico non mi interessa perché, con questo sistema, è un gioco fra di loro, dove io sono comunque escluso, chiunque governi.

Cambiamento Si o No? Qui mi è facile scegliere, io sono per il cambiamento. Ci sono due evidenze che mi spingono a questa scelta: la prima è che in un mondo imperfetto tutto è perfettibile, e quindi cambiando si può migliorare, la seconda è che il sistema attuale NON FUNZIONA.
Cambiare, sì, implica la possibilità di sbagliare ma da soprattutto la possibilità di migliorare ed evolversi. Se si sbaglia si imparare comunque cosa non si deve fare, in modo che si possa provare un'altra via di miglioramento.

Credo anche che chi dice che cambiare è sbagliato, con le due evidenze scritte sopra, è solo perché vede nel cambiamento la possibilità di perdere il controllo e quindi il potere che ha acquisito nella situazione statica attuale.

Se avessi in mano adesso la matita indelebile, voterei SI. Un SI per il cambiamento, ma fino al 4 dicembre ho ancora tempo per cambiare idea, ovviamente cercando di migliorarla...

Concluso con...

E se la questione fosse che le persone di buon senso, proprio perché di buon senso non si metterebbero mai in politica? Allora ci vogliono persone di buon senso con forte senso civico, disposte a impegnarsi, consapevoli di tutto quello a cui andranno incontro, ma disposte a farlo per il bene comune e soprattutto delle future generazioni.

giovedì 6 ottobre 2016

Sono sotto la doccia e mi chiedo cosa posso fare...

Sono sotto la doccia e mi chiedo cosa posso fare. Sicuro si è fatto meno di quello che avremmo voluto, ma si è fatto. Ci siamo lamentati, poco, e mai del problema ma sempre della nostra difficoltà ad affrontarlo. Adesso le cose stanno anche iniziando a girare e il progetto di integrazione sta partendo, è da un mese che i ragazzi escono per pulire le strade del paese. Hanno anche portato la statua della Madonna alla processione della festa del paese. Stiamo facendo meno di quello che vorremmo ma stiamo facendo.

Mi chiedo cosa posso fare per far capire che quello che è uscito oggi sul giornale, e poi riportato su FB, è solo una piccola parte della realtà, solo la parte che fa leggere i giornali, che fa mormorare la gente. Si, i ragazzi sono andati in massa a lamentarsi dal Sindaco che non hanno acqua nella struttura, ma l'hanno fatto in modo civile, nessuno scontro o violenza. Si, 70 ragazzi che si muovono tutti insieme, fanno paura e qualcuno ha chiamato i carabinieri.

Sono sotto la doccia e rimugino sui commenti scritti all'articolo. La voglia è di rispondere, di spiegare il mio punto di vista, la mia idea che dovremmo tutti agire per integrare e non per allontanare. Non è facile ma altrimenti dove li mandiamo? Indietro a casa loro? Credere che sia possibile adesso, è un'illusione che rischia solo di allontanarci dalla soluzione, anzi aggravando il problema. Dove andranno non è un nostro problema. Bel comportamento civile, visto che sicuramente andranno in un altro comune del nostro Paese, portando gli stessi problemi e facilmente non trovando soluzioni.

Si, sono tanti, 70 su 100 abitanti sono veramente tanti, ma a noi piacciono le sfide.