venerdì 30 aprile 2010

FORTE SCOSSA

Questa mattina verso le 9 c'è stata una forte scossa di terremoto. Non saprei dirvi di che entità ma sicuramente molto forte. Qui nei 18mq è caduta la porta e le pareti presentano innumerevoli crepe. Minuto dopo minuto c'è qualche pezzo di calcinaccio delle pareti che si stacca. Proprio adesso mentre scrivo ne è venuto giù uno enorme che ha fatto un buco di un paio di metri... le pareti dei 18mq stanno crollando. La cosa strana è che tutto il resto dell'ospedale sembra intatto, per strada la vita continua e nessuno sembra si sia accorto di niente. Sembra proprio che l'epicentro sia stato nei 18mq e tutti i danni si siano concentrati qui. Tutto si sta sgretolando, le pareti che per quasi 100 giorni sono state i miei confini di movimento e molte volte anche di pensiero si stanno letteralmente sbriciolando in polvere. Entro oggi pomeriggio non ne rimarrà più niente. Io sono molto scosso, non ero pronto ad un evento cosi importante oggi. Non so se scappare, se fermarmi a riflette o cosa. Una cosa è certa questa notte non dormirò più qui.

giovedì 29 aprile 2010

LIBERO NELLA PRIMAVERA

Ieri sera mi hanno finalmente liberato per qualche ora dal bastone di Mosè (il servo muto delle flebo). Dopo ben 24 giorni di legame stretto, di convivenza forzata, di schiavitù da lui (e meno male che lo chiamano servo muto) ero libero. Potevo girare per la stanza senza fare i soliti calcoli di ingegneria avanzata per capire fin dove potevo arrivare senza portarmelo dietro. In quei primi momenti di libertà mi sono avvicinato alla finestra e ho guardato giù e … ho visto per la prima volta la primavera. Nel cortile dell'ospedale c'erano dei bambini in maglietta che correvano nel prato verde e fiorito. Per un attimo mi sono sentito li con loro, con il tepore della primavera sulla pelle e la libertà di correre nei prati dopo mesi e mesi di neve e pioggia. Erano settimane che guardavo fuori dalla finestra ma sempre dal letto o dalla poltrona e quindi il panorama erano le cime delle montagne all'orizzonte.

martedì 27 aprile 2010

BASTA, IO NON SONO COSI'!!!

Basta, io non sono così. Basta piangersi a dosso, basta fare la vittima. Io non sono così. Ok, mi sono leccato abbastanza le ferite nascosto in un angolo. Ora sono quasi arrivato e anche se non vedo la cima so che c'è e so che è vicina e che io ci arriverò. So che starò ancora male, che le mie budella si contorceranno, che la nausea e il vomito saranno miei compagni per i prossimi mesi ma io arriverò in cima. Non c'è alternativa. So che siete tutti con me, che ho sempre le vostre energie su cui fare affidamento, il vostro affetto, la vostra stima. In cima ad aspettarmi c'è la cosa più importante della mia vita: la mia famiglia e tutti voi. Adesso è dura ma più la prova è dura più la soddisfazione è grande nel superarla. Basta guardare la pietraia sotto i miei piedi, il mio istinto mi farà camminare passo dopo passo senza inciampare. Io devo alzare la testa e guardare l'orizzonte e visualizzare la cima e allora la pietraia passerà e cosi anche la collina e qualsiasi cosa ci sarà dopo e io sarò in finalmente in cima.

SCOLLINARE

La cime è ancora dietro la collina, non la vedo. So che non sono lontano perchè ho percorso già tanta strada ma non la vedo. Sto sudando, le gambe mi fanno male, ho quasi finito l'acqua. Sto finendo le energie. Il sole picchia, intorno a me non ci sono più alberi a farmi ombra, solo la pietraia rovente davanti a me. La pelle mi brucia dal sole, il sudore mi cola per le tempie. Non posso fermarmi sono troppo stanco per riposare e prendere fiato. Fermarmi sarebbe la fine. Ma non vedo la cima, non vedo la fine della fatica. Se solo riuscissi a scorgerla troverei sicuramente le energie per fare gli ultimi metri ma non si vede. Faccio ancora qualche metro, provo ancora ad alzare gli occhi ma sempre e solo la pietraia rovente. Sudo, lo zaino mi pesa un quintale sulla schiena, sto perdendo il ritmo dei passi. Inciampo e cado ma riesco a rialzarmi. Mi fermo per prendere fiato ma la fatica di ripartire è maggiore del ristoro della piccola pausa. Continuo ma ogni passo è una scalata a se. Cerco di concentrarmi sui passi, cerco di non pensare alla scalata ma solo ad un passo alla volta. So che l'unico modo per arrivare in cima è fare un passo alla volta ma la stanchezza è forse troppa. Mi perdo ancora coi pensieri: “e se scollinando non vedo ancora la cima? No, non ce la posso fare, ho bisogno di vedere la cima. Questa è una scalata che non prevede la possibilità di arrendersi e di tornare giù prima di aver raggiunto la cima. Anche una tempesta non mi dovrà fermare”. Io devo arrivare in cima ma adesso non sono più sicuro di riuscirci. Spero in una nuvola che mi faccia ombra per un po' di ristoro ma il cielo è un mare azzurro senza una minima increspatura, sole e tanto azzurro. Ok è chiaro: non ho alternative. Facciamo un altro passo e poi vedremo... non la vedo ma la cima c'è da qualche parte dietro la collina.

domenica 25 aprile 2010

LETTERA DALLA MAMMA

Ieri ho ricevuto inaspettatamente una bellissima lettera da parte di mia Mamma. Un lettera di quelle che dal cuore passa alle mani e dagli occhi arriva al cuore. Una lettera che non è passata dalla testa, non è stata ragionata o pensata e pesata. Pura anima e istinto. Una lettera di solo 20 righe ma cosi piena di sentimento e di verità che anche se fosse stata di 1000 non avrebbe potuto dire di più. L'ho letta e riletta e tutte le volte lo stesso effetto: la sensazione di aver ritrovato quel legame viscerale del cordone ombelicale con mia Mamma. Ho avuto il dubbio se pubblicarla o no ma poi ho desistito. E' una lettera di totale intimità fra lei e me. Non c'è scritto niente di particolare, non ci sono particolari scabrosi delle nostre vite. Ci sono solo tanti sentimenti messi a nudo. Ricevere la lettera ha rinnovato in me la fiducia che quello che ci dicevano da piccoli, che ci sono i buoni sentimenti, che bisogna amare senza vergognarsi e il resto, siano tutte cose vere. Cose nascoste nella giungla della nostra società moderna che ci spinge a vergognarci di avere dei sentimenti positivi e ci esalta ad avere quelli negativi, ma che ci sono e sono alla base di tutto. Mi piacerebbe poter ricevere altre 10, 100 lettere come questa ma poi alla fine ne basta anche solo una. Grazie Mamma, ti voglio bene!

venerdì 23 aprile 2010

PRIMA PROVA DI CAMBIAMENTO

Una delle cose che ci chiediamo sempre io e Yara durante i nostri incontri amoroso pomeridiani è quanto questa esperienza ci ha e ci stia cambiando e se in bene o in male. La speranza è in un cambiamento positivo che ci permetterà in futuro di avere una visione della vita e soprattutto un comportamento vicino ai valori che condividiamo. Se non fosse così non potremmo certamente giustificare tutto quello che ci è successo. Pensare che invece sia stato un momento di insegnamento ci aiuta ad accettarlo e a renderlo parte delle nostre vite, anche se sappiamo che alla fine saremo comunque noi a decidere quanto ci ha cambiato e come. Oggi sono quattro mesi dal mio primo ricovero, un po' d'acqua è passata sotto i ponti e potrei iniziare a fare le prime considerazioni ma mi sono riproposto di aspettare fino a quando non avremo qualche certezza in più sul decorso della malattia e soprattutto di essere tornato, per quanto possibile, alla mia vita normale. Elaborare quello che mi è successo adesso è prematuro e soprattutto sarebbe inquinato dall'ambiente dell'ospedale. E' ovvio che questa vita non mi va bene e quindi che c'è un fortissimo stimolo al cambiamento e al volerla migliorare, ma il dubbio è: “quando sarò tornato alla normalità, vorrò ancora fare dei cambiamenti nella mia vita? Oppure tornato tutto come il prima del 23 dicembre, tirerò solo un sospiro di sollievo e tirerò dritto per quella strada già tracciata qualche anno fa?”. Io voglio cambiare, voglio dare più importanza alla mia famiglia e alla nostra felicità. Io voglio condividere più cose con loro e vivere una vita meno accentrata sul lavoro. Ed è per questo che spero che questi quattro mesi mi lasceranno comunque dentro un segno tale da non cadere nel tranello di preferire la vecchia strada per la nuova. Ma per saperlo ci vorrà ancora qualche mese o forse qualche anno.
Ieri ho avuto la prima prova da superare. Verso le 10 mi è arrivata una e.mail per conoscenza da uno nei nostri clienti più importanti che si lamentava e che minacciava di interrompere il rapporto. Una di quelle e-mail che ti rovina non la giornata ma la settimana, se non il mese intero. Ho iniziato a sentire quel leggero panico che serve per lo stimolo per l'adrenalina, fondamentale per affrontare il problema, e ho subito cercato di contattare l'ufficio per avere più informazioni e farmi spiegare. La mia testa ha iniziato a macinare supposizioni e ipotesi su cosa fosse successo e su come risolvere la situazione. Attività celebrare totalmente inutile perchè non avevo nessun tipo di informazione. Dopo due minuti ho iniziato la seduta con la psicologa che subito mi ha chiesto cosa era successo perchè non riuscivo a stare fermo sulla sedia. Ero agitatissimo, non riuscivo a concentrarmi su quello che mi diceva. Il mio cervello era totalmente impegnato dal problema di lavoro. Fortunatamente dopo qualche minuto mi sono detto che tanto non avrei potuto fare assolutamente niente, che i miei collaboratori erano perfettamente in grado di affrontare e risolvere il problema e che la mia guarigione rimaneva senza ombra di dubbio la mia principale ed unica priorità. Tutte le mie energie dovevano e devono essere impegnate solo per quello. Non so se ho superato o no la prova, una cosa è sicura che non ho più chiesto niente in ufficio. Sono riuscito a distaccami dal problema.

giovedì 22 aprile 2010

10

Finalmente inizio a stare un po' meglio. Niente di eclatante ma finalmente ieri mi hanno tolto l'alimentazione via vena e sono tornato a quella normale. Hanno anche diminuito la morfina, adesso siamo a 2 fiale al giorno. Il bastone di Mosè si sta alleggerendo. Il fastidio che più mi da ancora problemi è il dolore alla gola quando deglutisco, tipo quando si ha un fortissimo mal di gola. E' abbastanza debilitante perchè già l'appetito è zero, anzi tendente al negativo, sommandoci anche il ricordo del dolore nel deglutire l'alimentazione diventa sia fisicamente che mentalmente un problema. La cosa che però più mi manca per fare finalmente il grande salto per uscire da questo stato di semi depressione è la notizia che finalmente i globuli bianchi sono ripartiti. Il loro numero ha iniziato ad aumentare. Tutti le mattine aspetto la telefonata delle 9.30 che dall'ufficio dei medici mi dicono il numero del giorno, il numero dei globuli bianchi. E per ora rimane sempre 10. 10 è diventato quasi un incubo. I medici dicono che il numero potrebbe essere falsato dal fatto che molti globuli bianchi potrebbero essere impegnati nella lotta alla mucosite. Però per quanto mi riguarda ci sono troppi condizionali.

martedì 20 aprile 2010

RISCHIO TECNOLOGIA

Mi sono talmente riempito la testa di sistemi di protezione mentale per non cadere in pensieri negativi sulla malattia che adesso non riesco proprio più a pensare negativo su niente. La prova? Ieri in tarda mattinata la connessione internet del MAC ha iniziato a non funzionare più. Ho provato e riprovato a installare e disinstallare il programma. Ho fatto tutto quello che potevo. La situazione era abbastanza drammatica perchè la connessione del MAC è quella verso il mondo, quella del PC è quella verso il lavoro. Niente MAC, niente nuovi post nel blog, niente aggiornamento del sito, ecc. Solo quattro mesi fa sarei sicuramente andato in stress da tecnologia ribelle e sarei anche andato un po' fuori di testa ma invece no. Non vi dico che mi sono costruito uno scenario positivo su questa cosa, non sarebbe vero, ma non mi sono assolutamente fatto coinvolgere. Non ho pensato alle conseguenze di essere scollegato da mondo, cosa che in questi mesi mi ha aiutato tantissimo. Sono rimasto molto sterile. Stamattina ho riprovato un paio di volte ma sempre senza successo. Verso le 12 stavo per abbandonare l'idea di provare a sistemare la cosa, quando mi sono detto: “fai l'ultimo tentativo, se non va amen”. Bene, ora funziona.

lunedì 19 aprile 2010

CIAO MAMMA, TANTI AUGURI!

Lo so che mi dirai: "grazie, ma sai che a me non piace festeggiare il mio compleanno...". Però tu sei la mia Mamma, tu mi hai dato alla vita e mi hai dato anche una buona porzione della TUA vita. E quindi TANTI AUGURI! Oggi con questa magnifica giornata di sole anche la natura ti vuole festeggiare, tutta la primavera che fino ad ora ha dormito, oggi si è svegliata e all'unisono ti sta urlando TANTI AUGURI!

domenica 18 aprile 2010

VOGLIO IL MOTORINO!

Ho deciso, una delle prime cose che farò quando uscirò dai 18 mq è comprare un bel motorino a Alexandre. Uno scooter 150 cc così lo potrà usare anche per andare in autostrada. Per poterlo usare dovrà aspettare per legge i 18 anni ma almeno mi sono risolto il problema dei tormentone del “voglio il motorino!”. Non saremo costretti a lunghe discussioni sulla prudenza, sui pericoli e su tutto il resto che si fanno nella fase “voglio il motorino!” Soprattutto eviterò l'ipocrisia di negargli il motorino quando io ho avuto prima il 50 cc a quattordici anni e poi il 125 cc a sedici. In più ho ancora adesso una moto nel garage. Mamma mia quanto sono furbo, ho risolto il problema ben 12 anni prima! Parte di secondaria importanza è il fatto che per i prossimi anni sarò io a verificare che funzioni bene, a fargli le manutenzioni necessarie e a usarlo per non fargli scaricare le batterie. Ovviamente non toglierò mai ad Alexandre il piacere di lavarlo. Cosa non si fa per quelle sante creature dei nostri figli.

venerdì 16 aprile 2010

UNA CANZONE NEL CERVELLO

Se mai vi dovesse capitare di andare in bagno, di vedere tutto nero e di sentirvi svenire, prima di farlo assicuratevi che non ci sia musica accesa. Perchè in base alla mia esperienza se svieni in bagno magari prendendo una bella facciata come è successo a me con della musica che suona questa ti entra nel cervello e non va più via. Anche adesso dopo quasi due settimane è li in agguato, appena il mio cervello va in stand by ecco che entra lei in sottofondo. Ho provato di tutto, spararmi a tutto volume nelle orecchio dell'altra musica, a risentire quella canzoni al contrario. Ho provato anche ad ascoltare della musica in cuffia mentre prendevo a testate il muro. Niente lei è sempre li.

MORFINA CHE DELUSIONE

Dall'inizio della settimana sono sotto morfina. Erano diversi giorni che mi chiedevano se la volevo perchè mi avrebbe aiutato molto con i dolori in bocca ma io avevo sempre rifiutato. Con tutti i film che ho visto dove alla fine il malato diventava dipendente dalla morfina, ho cercato di resistere fino all'ultimo. Lunedì ho ceduto. La procedura prevede di iniziare con mezza fiala in 20 minuti e poi una fila a mezza per le successive 24 ore. Nei primi 20 minuti ho sentito un gran caldo e una super botta di sonnolenza e infatti mi sono addormentato. Poi per le altre 24 ore niente di particolare se non una sensazione di sonno sempre presente. Visto che il dolore non passava, il giorno dopo siamo passati a 2 fiale, poi a 3 e ieri a 4. Il dolore rimane ma la sonnolenza aumenta in modo esponenziale. Sulla questione del dolore c'è un po' di dibattito perchè i medici mi dicono che per capire se sta lavorando o no la morfina dovrebbero sospendermela e vedere a che punto è arrivato il dolore. Ovviamente non è un esperimento che mi interessa fare. Una cosa è sicura qui in camera non vedo ne ballerine semi nude o altre belle cose che alleviano la mia permanenza. Addirittura non è neanche venuta a trovarmi la Fata Hawaiana.

martedì 13 aprile 2010

IL GUARDIANO DELLA GOCCIA MAGICA

Qui in ospedale sono dei veri geni per trovare dei nuovi intrattenimenti per i pazienti. L'ultima trovata consiste nel gioco “Il Guardiano della Goccia Magica”. Ecco come funziona. Dopo una serie di trattamenti specifici il giocatore arriva a non poter più inghiottire niente ed è quindi costretto ad alimentarsi e a prendere tutti i medicinali via vena. Arriva a dover prendere fino a 5 diverse flebo contemporaneamente: alimentazione (fissa 24 ore), ciclosporina (fissa 24 ore), morfina (fissa 24 ore), idratazione, antibiotico, protettore gastrico e un sacco di altre cose. Gli viene però dato in dotazione un bastone di Mose con una pompa a solo 3 vie. Questo vuol dire che 2 flebo entrano direttamente nel raccordo. Che non c'entra niente con il GRA, ma che è una pezzo di alta ingegneristica idraulica dove arrivano tutti i tubi delle varie flebo e si riuniscono in uno solo che a sua volta si raccorda al CVC. Però il sofisticatissimo meccanismo va in crisi nel momento che entra dell'aria nel sistema, perchè bisogna, con una procedura che dura circa 20 minuti, bloccare tutto, svuotare i canali che presentano dell'aria e riavviare. Ovviamente per le flebo che passano dalla pompa non ci sono problemi perchè la pompa stessa è munita di una serie di autocontrolli sulla presenza dell'aria ecc. Il problema si ha con le flebo fuori pompa che se non vengo sorvegliate rischiano che una volta finito il liquido facciano entrare dell'aria. A questo punto mi sembra chiaro quale sia il ruolo del paziente: stare tutto il giorno a guardare che le gocce che scendono dalla flebo nel circuito e chiudere subito il rubinetto quando la flebo finisce. E' un gioco alienante ma per ora non hanno trovato niente di meglio da farci fare.

lunedì 12 aprile 2010

FACCAIMO IL PUNTO E POI NON NE PARLIAMO PIU'

Una delle caratteristiche del mio approccio alla malattia e ai suoi sintomi è sempre stato in modo indiretto, sono sempre stati co-protagonisti di secondo livello. E quando il loro ruolo ha preso più importanza è sempre stato fatto con leggerezza e ironia. Il protagonisti eravamo io e i 18 mq. Facendo cosi tutto è filato liscio e ci siamo anche divertiti parecchio a scrivere il blog. Negli ultimi dieci giorni una somma di fattori ha completamente invertito le cose, e la malattia è diventata protagonista assoluta della mia vita. Complice sicuramente il fatto che stavo male ma soprattutto il fatto che è cambiato il mio atteggiamento e quello delle persone che mi stavano vicino. Non si faceva altro che parlare di come stavo, di dove mi faceva male. Ore e ore a disquisire su perché avessi la febbre cosi alta e perché fossi cosi debole. La cosa più sconcertante è che erano discorsi completamente inutili perché sono cose che sapevamo già che sarebbero successe e che rientrano nella normale procedura del trapianto. Parlando però con la psicologa mi ha spiegato che in molti, soprattutto nei parenti e negli amici del malato, si instaura una specie di “sindrome del trapianto”. Molto più abituati a concetto di trapianto di organo, dove una parte del corpo funziona male e dopo una complicata e difficile operazione viene sostituita e nel giro di pochissimo si sa se la cosa ha funzionato. Nel trapianto di midollo le cose sono invertite, l'operazione è una semplice trasfusione ma sono poi i tempi di attesa e le giuste calibrazioni di immunodepressori a rendere delicata l'operazione. Questa “sindrome da trapianto” crea molta ansia nei parenti, amici e molte volte anche nel paziente perchè non vedono nessun miglioramento immediato anzi vedono un netto peggioramento come nel mio caso. E quest'ansia può far saltare quei delicati equilibri e barriere mentali che si erano costruiti nei mesi precedenti.
Vi assicuro che non mi sto abbattendo e che so che le cose stanno andando bene e che fra poche settimane potrò tornare a casa dalla mia famiglia. Però c'è qualcuno che pretende che io non senta dolore e non stia male.
Quindi questo post chiude il ciclo dedicato agli aspetti puramente medici e clinici, si continuerà a fare ancora accenno a come sto e a come si sta evolvendo il tutto ma alla vecchia maniera.
E ricordate anche che vi voglio un mondo di bene, che siete importantissimi per me e che mi avete aiutato tantissimo... anche se qualcuno di voi è un po' permalosetto ;O)

sabato 10 aprile 2010

BOLLETTINO MEDICO

ORE 6.30:
temperatura corporea 39.5°
dolore nel deglutire causa Mucosite da 1 a 10: 8 (raddoppiata dose di morfina)
peso corporeo: 85 kg (+ 7 dall'ingresso – raddoppiata dose diuretico)
Sintesi: uno schifo.

venerdì 9 aprile 2010

TIR

Ore 0:40 chiusura procedura trasfusionale. Tutto nella norma. Questa mattina io mi sento come un TIR, si come uno a cui è passato sopra un TIR. E non abbiamo neanche fatto in tempo a prendere la targa.

giovedì 8 aprile 2010

NON E' L'ULTIMO CENTIMETRO

Mi dispiace veramente ma devo abbassare i toni di entusiasmo delle decine di e-mail, SMS e commenti che mi avete mandato questa mattina. Il trapianto è una tappa molto importante del mio percorso di guarigione, è una tappa necessaria, ma non è la tappa conclusiva. Da domani io non starò meglio, non avrò risolto tutti i problemi, non sarò guarito. Non avrò tagliato il traguardo della mia maratona. Mi aspettano ancora almeno 6 mesi di cure e se con il trapianto toglieremo dei punti di domanda ne metteremo però altri, anche loro molto pesanti. Attecchirà il nuovo midollo? Risposta che avremo in un paio di settimane. Il nuovo sistema immunitario riconoscerà il mio come un corpo amico e non ostile? Risposta che avremo fra un paio di mesi minimo quando inizieremo a diminuire gli immunosoppressori e a far girare a pieno regime il nuovo sistema immunitario. Penso che sappiate benissimo che io sono il primo a voler che questa cosa finisca ma sfortunatamente non siamo ancora arrivati al termine. So anche che sta diventando il tutto un po' noiosa. Non è più il tempo di stare in casa a leggere i miei post. E' primavera, è tempo di prendere e andare in giro a godersi la natura in fiore.

mercoledì 7 aprile 2010

CHECK LIST

Nella notte fra domani e dopodomani dovrebbe arrivare dalla Germania il midollo osseo del donatore e io dovrei fare il trapianto. Che ribadisco è solo una flebo che dura 6/8 ore. Facilmente io dormirò mentre succede. Come mi sento? “Niente da dichiarare”. Ho impostato tutto il mio approccio alla malattia sempre molto distaccato, non ho mai voluto essere troppo coinvolto. So che ci sono delle cose da fare e che qualcuno mi dirà come e quando farle, il resto non mi interessa. Avrò tempo per mettermi a riflettere sul bellissimo gesto che il mio donatore sta facendo, ma per adesso nella mia testa, come nelle procedure, è solo un punto di una check list da spuntare il prima possibile. Le poche energie rimaste sono concentrate su altro.

TARALLUCCI E ...

Vi siete mai chiesti perchè i tarallucci non vivono una propria identità ma sono sempre accompagnati da un “e vino”, “e birra” ma soprattutto “e CocaCola”? Bene ieri sera e questa notte io l'ho scoperto. Perchè sono cemento alimentare e se non vengono ben diluiti con qualche liquido all'altezza di corroderli creano una palla nello stomaco che non va più via. Qualcosa sospettavo e quindi anch'io ho messo il mio e... che era un Guarana ma si vede che la forza della bibita brasiliano non è stata sufficiente. Comunque, se ci fosse un minimo di organizzazione al supermercato dovrebbero già vendere i KIT: 250 gr di tarallucci e quattro lattine di CocaCola!
Da questa mattino ho iniziato l'alimentazione per vena e quindi basta con tutti questi esperimenti.

lunedì 5 aprile 2010

CONIGLIO SENZA PATATE (Scritto da Nadia su dettatura di Alessandro)

Pausa di lucidità in questa giornata buia. Il mio menu' di Pasquetta prevede coniglio senza patate, una bella medicazione di siero di coniglio. Qualche giorno fa in uno scantinato di un grattacielo svizzero, proprietà di una casa farmaceutica, ad un piccolo coniglio indifeso sono stati iniettati dei linfociti umani, il bravo sistema immunitario del coniglietto ha subito iniziato a produrre gli anticorpi per distruggere i linfociti, quando il coniglietto era bello pieno di anticorpi, zac.... è diventato una vittima sacrificale anche lui. L'allevatore di conigli svizzero ha preso gli anticorpi, li ha umanizzati, ha fatto un bel traco e li ha spediti qui a Cuneo. Questa mattina ore 9 iniziava il mio banchetto di coniglio. Mi avevano avvisato che sarebbe stata dura con la possibilità di reazioni allergiche. Ore 10,30 prima crisi, totale irrigidimento del corpo.... una dose di cortisone. Ore 11,30 febbre 38.7°. Prelievi per emi-coltura e flebo di “abbassa febbre”. Sfortunatamente domani si replica.

domenica 4 aprile 2010

FELICE PASQUA A TUTTI

Mi scuso subito con tutti per non aver risposto ai messaggi e alle telefonate di questi giorni ma sono veramente distrutto. Vi chiedo di pazientare, prima o poi tornerò l'animale sociale di sempre. Sono giorni molto duri, prima la radio-terapia e adesso la chemio finale. E si prevede che le cose non miglioreranno per almeno un paio di settimane, fino a quando il nuovo midollo non inizierà a fare il suo dovere. In più ieri sono svenuto in bagno e cadendo mi sono trascinato dietro la boccia di vetro della flebo che è scoppiata in mille pezzi e mi hanno dovuto ricucire un po' di tagli vicino all'occhio destro. Fortunatamente niente di rotto e l'occhio è salvo. Diciamo che avrò qualche cicatrice non solo nello spirito che mi ricorderanno questa battaglia. Adesso più che un malato sembro un pugile dopo un combattimento.

venerdì 2 aprile 2010

ZERO ENERGIE

Finita la radio-terapia e con lei tutte le mie energie ricaricate durante i giorni a casa. Sono azzerato. Oggi i medici mi hanno definito: piallato, brasato e stufato. Scegliete voi la definizione che preferite, sono tutte verosimili. Attendo con ansia l'arrivo dei vostri pensieri positivi di rinforzo.

giovedì 1 aprile 2010

UN NAZZISKIN IN REPARTO

Prima la pura cronaca e poi le mie considerazioni. Ieri pomeriggio verso le 15 è arrivato un paziente nuovo nella stanza 3. Niente di particolare, ogni giorni c'è gente che va e gente che viene. Mi è sembrato però di vedere che era un ragazzo molto giovane. Dopo circa una mezzoretta dal suo arrivo sento delle strane urla arrivare dalla sua stanza. Non capivo, non erano in italiano. Mi sono avvicinato alla porta e ho visto che Gianpiero l'OS di turno è entrato di corsa nella stanza e contemporaneamente ne è uscita piangendo la nuova stagiste di colore che da qualche giorno bazzica nel reparto. Le urla continuavano e questa volta in più c'erano anche quelle di Gianpiero, che è un tipino tosto, ma erano talmente concitate che non riuscivo a capire nemmeno cosa dicesse lui. Si sentivano dei rumori strani come di colluttazione. In tutto questo trambusto sono poi arrivati anche quelli della sicurezza dell'ospedale, i medici di turno e qualche infermiere. In totale credo nella stanza ci fossero almeno 10 persone. Passa un'altra mezzoretta e sono ancora tutti nella stanza. Ad un certo punto sono arrivati anche 3 carabinieri che ovviamente sono entrati anche loro nella stanza. Sottolineo che tutti quelli che sono arrivati dopo Gianpiero non indossavano ne calzari, ne camicie ne tanto meno la mascherina. Credo che la stanza 3 rimarrà contaminata per qualche mese. Comunque dopo 10 minuti, ecco che inizia la processione. Uno dopo l'altro escono tutti. Per ultimi i Carabinieri con... con un ragazzino ammanettato. Un ragazzino alto 1 metro e 60 per 80 kg almeno, con tutti i denti neri e completamente rasato e con una maglietta che raffigura Hitler che fa il saluto con una enorme svastica e una scritta in tedesco che ovviamente non capisco. Rimango sbalordito. Cosa ci fa un Nazziskin qui? Ovviamente morivo dalla curiosità. Appena è arrivato il primo infermiere per farmi il cambio della flebo, ho iniziato subito a tempestarlo di domande ma inizialmente era restio a rispondere. Qui per la questione della privacy regna l'omertà. Poi alla fine si è aperto e mi ha detto “Bel casino che ha fatto il tuo donatore?”. Cosa? Il mio donatore? Ma cosa ci fa qui? E' impossibile. Allora ha continuato a sbottonarsi è mi ha spigato che è una nuova procedura dove nei casi come il mio dove c'è molta urgenza si chiede al donatore se è disposto ad andare a fare la donazione direttamente nell'ospedale del malato, questo permette più certezza nei tempi e soprattutto la possibilità di fare altri prelievi nel caso ci fossero dei problemi. Il mio donatore ha accettato. Ovviamente doveva rimanere tutto segreto e io non dovevo sapere assolutamente che lui fosse qui. Il problema è nato quando si è visto in camera la stagista di colore e lui ha iniziato a sbraitare qualche cosa e ha voler cacciare la poveretta dalla camera. Deducono, visto che qui nessuno parla il tedesco, che non volesse essere toccato da una ragazza di colore. Quando è poi arrivato Gianpiero si è passati alla maniere fori e se le sono date di santa ragione. La cosa mi ha sconvolto, primo perchè il mio tanto agognato donatore è stato portato via in manette e poi perchè è un nazziskin razzista. Io lo immaginavo un ragazzotto biondo con un sorriso a 50 denti. E invece è l'opposto. Il primo dilemma si è risolto nel giro di un paio d'ore perchè è tornato. Il secondo è invece è ancora bello da risolvere. Mi fido a prendere il midollo di uno cosi? Non è che poi divento anch'io uno fuori di testa nazista e razzista? Non scherzo è un dubbio atroce.... ma fortunatamente questo post è un pesce d'aprile e quindi io continuerò ad immaginare il mio donatore come un ragazzotto biondo con un sorriso a 50 denti e un cuore grande come il mondo!