sabato 11 febbraio 2017

Fare la cosa giusta per me.

Tenere la rotto, ma quanta voglio di mandare tutti a quel paese che mi arriva dalla pancia, che neanche il cuore riesce a calmare. Non riesco a staccarmi dalla sensazione di nausea, mi parlo, mi faccio lunghissimi discorsi, cercando così di calmare la rabbia. Mi continuo a chiedere come è possibile. I fatti mi danno una risposta, ma che non riesco ad accettare. Ho combattuto tutta la vita per non accettare quella risposta, avevo sempre trovato una scusa, una giustificazione. La speranza del riscatto, del mantenere quella promessa mai detta, ma usata sempre per convincermi.

Scrivo, dico cose che poi io per primo non faccio. Dico di mettersi al centro, e poi passo la mia vita a seguire le ragioni degli altri.

Razionalizzo, ho chiaro cosa devo fare. Staccarmi, accettare ma non più subire. Ognuno è padrone del proprio destino, io del mio come gli altri del loro.

Ho sempre cercato un equilibrio, vedere le cose anche dagli occhi degli altri, pensavo fosse un valore, una mia capacità, e così dicevano anche gli altri. Ovvio, agivo per i loro interessi e non per i miei.

Basta far la cosa giusto per tutti, adesso devono iniziare a fare la cosa giusta per me.

Passato qualche minuto e riprendo il post...

Il 2015 è stato un anno fantastico, il migliore della mia vita, alla fine sono passati solo pochi mesi, rispetto a tutti quelli che ho già vissuto, ma non riesco più a ritrovare quell'Alessandro. Mi sembrava tutto possibile, avevo tirato fuori tutti i miei progetti e non c'era settimana che non ne pensassi uno nuovo. Sono nate le idee di ItaliaLetsDoIt, PushASmile, InTrasformazione, Volontari per un Mondo Migliore, Il mio manuale di vita e altre. Ma credo che buona parte del merito di quel cambiamento, che oggi non trovo più, siano stati il lancio con il paracadute e il salto dal ponte, infatti sono due cose che erano giuste per me ma non lo sono state per molti altri.

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