martedì 28 giugno 2016

Scottava, ma non ero solo.

Sono felice. Sto facendo una delle cose che mi rende più felice, comunicare, scrivere. Il post di domenica è stato letto da tantissime persone e questo mi fa ancora più felice. Io scrivo per essere letto, scrivo perché voglio comunicare. Questo blog, non è il mio diario personale, è il mio urlare al mondo quello che penso e che provo. Mi piacerebbe che fosse più interattivo, mi piacerebbe avere più commenti, creare una vera condivisione. Credo sia importantissimo per la mia crescita la possibilità di confrontarmi con le diverse visione del mondo, attraverso la condivisione.
Sono un animale sociale, ho bisogno degli altri per realizzare me stesso.

Due sabati fa, ho camminato sui carboni ardenti. Tecnicamente ho fatto una Pirobazia. E’ stato bello e intenso, ma non per le 4 volte che ho attraverso il tappeto di carboni, ma perché l’ho condiviso con un gruppo di persone speciali. Non ci conoscevamo, non c’erano ruoli e quindi pre-giudizi, eravamo tutti simili nelle nostre diversità, soprattutto eravamo tutti uguali davanti al fuoco, davanti alla paura del fuoco. Questo è stato il vero valore di quell’esperienza: condividere, con l’umiltà dei tutti simili, una forte prova di coraggio. Per essere simili, non bisogna essere uguali in tutto, basta un elemento di unione, in quel caso il fuoco. Quando si è simili, quando ci concentriamo sulle cose che ci uniscono, si diventa parte del gruppo, e la forza del gruppo diventa la nostra forza per superare i nostri limiti. Per superare la paura del fuoco e fare il primo passo.
Di quelle ore non ricordo il calore del fuoco, e vi garantisco che scottava, ricordo il calore del gruppo. Il calore delle persone speciali di quel gruppo.

Parlo spesso dei nostri limiti, limiti che mettiamo noi su di noi. Limiti sulle nostre capacità. “Non posso fare questo”, “non sono capace a fare quest’altro”, “per guarire ho bisogni di quella medicina”, “l’inglese non lo imparerò mai”, “ho paura dei ragni”. Il nostro quotidiano è la gestione dei nostri limiti per sopravvivere, quando dovrebbe essere, superare i nostri limiti per trovare tutta la forza delle nostre capacità, per fare quello che ci rende felici. Superare i nostri limiti per vivere a pieno tutto il bello che ci offre il mondo.

Con l’esperienza della Pirobazia, ho capito che oltre ai limiti che poniamo su noi stessi, dobbiamo superare i limiti che ci poniamo nei confronti degli altri. I rapporti sono regolati da dei limiti, molti legati a quelle che noi consideriamo diversità. Pensate solo al rapporto uomo-donna, quanti limiti ci sono che impediscono la possibilità di trarre forza da questo rapporto. O si è una coppia o tutto è più difficile. Difficile pensare serenamente a una semplice amicizia uomo-donna, senza ipotizzare che comunque potrebbe nascere una storia. Cosa che non accade mai se il rapporto è uomo-uomo. Ci sono i limiti legati ai ruoli, i limiti di rapporto fra dirigente e sottoposto, fra dottore e malato, fra insegnate e alunno. Dove c’è un ruolo c’è almeno un limite legato alla diversità. Ci sono i limiti legati all’intimità. Sappiamo che certe domande non si possono fare perché “sono troppo intime”, limitando la possibilità di condividere determinate cose e dare valore al rapporto. Tantissimi i limiti legati al giudizio. Non voglio avere rapporti con quella persona perché ha una cattiva fama, un cattivo giudizio sociale, magari solo per il diverso colore della pelle o per il diverso accento o per il diverso Dio a cui crede.
Superare questi limiti, ci permette di creare un rapporto più intenso con gli altri, ci permette di diventare un gruppo unito e l’energie del gruppo rendono ancora più forti e intense le nostre. Da soli si può fare tanto, ma in gruppo si può fare anche l’impossibile, come camminare sui carboni ardenti.


3 commenti:

  1. Complimenti Alessandro! Grazie per condividere questi momenti e questi pensieri. Anche io penso che i sogni possano e anzi debbano essere un 'atto sociale' che può migliorare il mondo per tutti.

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  2. nulla per caso!!!
    a marzo sono stata a Bologna dove ho condiviso un corso specialistico per clown, dedicato alla figura dell'angelo, colui che assiste i nuovi arrivati.
    eravamo 40 persone da tutta Italia, mai viste prima.
    "come avrei potuto instaurare un legame profondo con così tante persone in due gg?" Beh alla domenica al momento di tornare a casa eravamo tutti uniti da quell'esperienza magica! A distanza di tre mesi uno di quegli angeli ci ha lasciato! giovane 26 anni! Non volevo credere alla notizia! Poi mi sono chiesta perché...
    Non ho la risposta! Ma ho trovato l'insegnamento!! Non conta quanto tempo passiamo insieme, conta la qualità, conta avere gli stessi obiettivi da condividere, cose in comune, la voglia di provarci insieme e di mettersi in gioco. Ecco perché ho capito il motivo di tante lacrime versate per una dolce ragazza conosciuta per pochi giorni, ma con cui sento un legame che non si è spezzato neanche con la morte. Ecco perché non mi meraviglio più se non mi affanno a vedere persone/amici/parenti vicini geograficamente a me, ma lontani anni luce col cuore!
    E' vero che condividere fa bene! Ne sono ogni giorno più convinta!!!
    E stasera ne è una nuova prova: ho condiviso con una persona parte del mio mondo. E' stato attraverso lo shiatzu, non è facile da raccontare, ma quando ci si fida e si lascia entrare qualcuno nel proprio spazio vitale, è tutto magico! E' uno scambio di pensieri detti e sentiti, è quel momento in cui alzi lo sguardo al cielo, vedi che è pieno di stelle e non ti domandi più nulla, perché sai che la persona è li per sostenerti a fare le tue scelte!
    Forse quello che ho scritto non ha un senso logico, ma lo ha per me! Sono contenta di aver letto questo post! Grazie Alessandro per le tue condivisioni

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