giovedì 24 marzo 2016

Un gioco di ruoli... ma uno più difficile degli altri.

Definiamo questa, un'avventura di "non piacere" per nessuno. Diversi ruoli, diversi atteggiamenti, diverse funzioni e fini ma nessuno di piacere ma tutti UTILISSIMI al ricoverato. Alcuni più facili e altri meno.

In quale vi riconoscerete? Ricordatevi che comunque, in qualsiasi ruolo vi riconosciate, voi per me siete unici e importantissimo quello che fate.

Il mio ruolo è il "ricoverato". Il mio atteggiamento è quello di dover trovare l'energia e gli intrattenimenti per non abbattermi moralmente e il mio fine è "guarire". Ruolo centrale e ben definito. Diciamo, sono il protagonista.
Sicuro, c'è l'importantissimo ruolo del "popolo dei sostenitori", voi. Atteggiamento sempre positivo e la funzione è di darmi energia con i vari "Grande, Ale", "Forza Ale" ma soprattutto di non farmi sentire solo, mandando messaggi, leggendo i miei post, lasciando commenti, mettendo "mi piace" su FB o i cuoricini su Periscope (ricordatevi anche di mettere "mi piace" sui twitter @ainve).
C'è lo "staff medico e di supporto", nei suoi vari livelli e grado. Dalla ragazza che pulisce due volte al giorno la stanza, agli OS, alle infermiere/i, fino ai medici. Il loro è il ruolo operativo, e la funzione/fine è spingermi e accompagnarmi a guarire. L'atteggiamento è di intensa umanità e professionalità. Per loro prima o poi dedicherò un post a parte, ma adesso è troppo presto e si monterebbero la testa.
C'è il "messaggista seriale", figura importante perché con i suoi messaggi sancisce il passare del tempo nella camera e soprattutto crea un sistema di certezza all'interno della vita piena di incertezze del ricoverato. C'è il messaggista seriale della mattina, che normalmente manda barzellette, citazioni e messaggi di energia, c'è quello del pranzo che rende partecipe il ricoverato della sua vita, raccontandogli qualche aneddoto della sua mattina. Poi ci sono i messaggisti seriali serali che normalmente commentano i mie post o mandano loro fotografie. L'atteggiamento di tutti è dedizione e positività, la funzione è quella di far sapere che sono presente nelle loro vite quotidiane e pensieri e di darmi un segno tangibile di questo. Quasi dimenticavo, c'è anche il messaggiata seriale al bisogno, nel senso che manda il messaggio quando sta facendo i suoi bisogno. Si capisce dagli orari, dalla diversità dei contenuti e soprattutto che ogni tanto salta la sessione... Nel Massaggiata seriale, vedo anche un po' di scaramanzia.
C'è il "provo a telefonargli", atteggiamento positivo e di sfida, chi sa se risponderà. Funzione intrattenermi a distanza. Tipico esordio è "disturbo?".
C'è il "visitatore temerario", colui che nonostante tutte le difficoltà per entra in questa stanza, ci prova. L'atteggiamento è sicuramente di dedizione alla causa, di sfida con se stesso e di presenza per dimostrare il suo affetto. L'evidenza è far capire al ricoverato: "io ci sono, dimmi cosa fare e io la farò". La funzione è intrattenere il ricoverato, facendolo ridere con piccoli e assurdi comportamenti tenuti durante la visita, da come il visitatore temerario utilizza il materiale protettivo e sanitario, dalle loro facce di stupore e/o paura nell'entrare in camera. Partendo dalla prima domanda che 9 volte su 10 è: "cosa mi racconti?", Domanda a difficile risposta, essendo lui quello che arriva da un mondo da raccontare. Finendo con l'atto dell'uscire dalla stanza che può essere la più classica fuga, veloce o lenta, dipende dalla temerarietà e da quanto non vuol far capire al ricoverato la scomodità dell'abbigliamento e della situazione, o un lungo e fastidioso rito di: "se vuoi posso stare ancora", "sei sicuro che non posso fare qualche cosa già che sono qui?" tutto questo con la mano sulla maniglia e il primo piede già fuori dalla porta. Valore importate è se il ricoverato in qualche modo rende utile la visita, facendogli fare qualsiasi cosa, come dagli la spazzatura da portare in corridoio, cosa realmente inutile perché  vengono a prenderla in camera, ma da al visitatore temerario, la possibilità di dare un senso compiuto al suo gesto. ll visitatore temerario ha due sotto categorie: "l'improvvisato",  colui che ama la sorpresa e bussa ed entra, senza mai aver dato cenno della sua visita, Può trovare possibili e varie reazioni da parte del ricoverato. La seconda categoria è quella del "ma non voglio disturbare", questo visitatore inizia i primi contatto qualche giorno prima, chiedendo minuziosamente tutti i particolare e le regole per poter entrare, accompagna l'avvicinamento alla sua visita con messaggi di conferma e soprattutto per verificare eventuali richieste e necessita del ricoverato. Manda un messaggio quando sta per prendere l'ascensore e quando sta entrando in reparto. Una volta su due si perde dal nervosismo. Si annuncia con una chiara e decisa bussata sulla porta, ed entra con un super sorriso sotto la maschirina, e dichiara: "Ce l'abbiamo fatta!". Sicuro ha qualche cosa in mano per il ricoverato. Ovviamente tutti i visitatori temerari, di qualsiasi tipo sono ben accetti anche se non è garantito che tutti vengano trattati benissimo, dipende dall'umore del ricoverato ma sopratutto per gli improvvisati, cosa stava facendo.
In questo giro, c'è il ruolo del "Compagno d'avventura", l'atteggiamento è libero, dipende da quanto sta bene o male, ma anche di sopportazione a tutte le mie pazzie. Pensate 30 minuti al giorno di me che ballo nel Dance Time, con la musica a tutto volume. La funzione è farci compagnia e condividere.

Ho però deciso di scrive questo post per il ruolo del "supporto operativo".
Sicuramente il ruolo più difficile e complicato è quello del "supporto operativo", il loro atteggiamento deve essere quello di osservatori sereni. Il "supporto operativo" deve capire quando ascoltare per con-dividere il brutto, quando parlare per riempire il silenzio e consolare. Deve capire quando essere solo presente e quando invece deve intrattenere. Deve capire anche quando deve andare via.
La loro funzione, il loro fine è facilitare la vita al "ricoverato" ma mettendosi in secondo piano. Il supporto operativo deve intrattenere ed evitare che il ricoverato si demoralizzi, si metta a pensare a cose brutte ma deve anche lasciarlo stare quando non serve. Ha anche una funzione di operatività diretta e di logistica. Aiuta fisicamente il ricoverato a fare le cose, gli passa gli oggetti, magari gli gratta la schiena e lo aiuta in bagno. Recupera tutto quello che il ricoverato gli chiede, oltre a quello di cui ha bisogno. Il sostegno operativo è il maggiordomo del ricoverato.
Il difficile di questo ruolo è che non deve mai essere protagonista, deve sempre subire la scena.

Il problema è che normalmente, i supporti operativi sono persone che nella vita quotidiana hanno un rapporto con il ricoverato totalmente diverso. Un rapporto sicuramente più equilibrato e non di schiavitù. Questo crea molte tensioni e incomprensioni. Alla base c'è sempre la volontà di fare qualche cosa di bene, però quello che il ricoverato chiede ai supporti operativi è di "sopportarlo" e di seguire le regole del loro ruolo. Come ho premesso, non è un'avventura di piacere per nessuno. E non esiste il "ma non capisce che lo sto facendo per lui, non è giusto che mi tratti così", queste non sono le regole. Non è un'avventa di piacere.

Per favore, non ditemi "allora non vengo più!". Ho bisogno di voi, so che è un sacrificio e una fatica ma queste sono le regole.

E adesso, speriamo che domani venga comunque qualcuno a portarmi le mutande pulite....

9 commenti:

  1. Ti definisci"ricoverato" ed è il ruolo che interpreti in questo momento ma non ti definisce anche quando sei nella condizione di ricoverato. Trovo in te il ruolo di supporter per guardare la vita con occhi diversi. Tu costretto in una stanza sterile aiuti me, che sono "libera" a guardare il sole, la Pasqua, la vacanza con occhi diversi, più profondi.
    Certo mi sono avvicinata a te dopo tanti anni perché si è verificato un caso ( posto che al caso non credo) e ti ho guardato in periscope. Così per caso passavo a Cuneo e ti ho salutato dalla finestra.
    Mi hai detto : "grazie per il supporto" ed io ti ho risposto "grazie a te per il supporto". Sembrerà paradossale ma il supporto è reciproco perché tu sei in ospedale, quindi statico, ma mi aiuti a guardare il mondo con occhi diversi.
    I ruoli si invertono : tu sei aperto al mondo e guardi il mondo, io grazie a te sento lo stimolo a guardare e non mi limito a vedere.
    Io esco dai limiti e tu mi conduci.
    Grazie Ale

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    1. mi ripeto, non scherzate! Siete voi la mia energia, meglio se torna indietro qualche cosa...

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Credo che quanto scritto da Rossella riassuma benissimo quello che tutti i tuoi supporters provano e pensano ogni giorno venendoti a trovare....

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  4. Mi hai fatto davvero divertire! So che può sembrare strano o irrispettoso per i vari ruoli che citi, non da ultimo il tuo. Ma è davvero acuto il tuo ritratto di ognuno di noi, le tue classificazioni (simpaticissime) che ricordano a tratti Calvino a tratti un po' il surrealismo di Borges... ma in ogni caso si capisce che il contrasto interiore e la difficoltà di relazione dovuta alla situazione (non è un caso che molti si chiudano a riccio) non ti impediscono di amare e di apprezzare ogni singolo gesto che altri fanno per te.
    Lucidità e consapevolezza dei propri limiti accompagnano il 'ricoverato' per aiutarlo a fare bene il suo ruolo. Amore e amicizia sincera sono un buon viatico per avere rapporti con il 'ricoverato' ma la misericordia di entrambi fluidifica ogni interazione.
    Un grosso abbraccio!

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    1. anche se wordpress si ricorda ancora del blog di 8 anni fa sono domenico :-)

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Hai sempre belle parole per me... comunque poi le mutande sono arrivate :O)

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Ricordate... solo cose positive!