mercoledì 3 marzo 2010

ATTERRAGGIO NON PROPRIO MORBIDO

Ieri contro le nostre più rosee previsioni i dottori ci hanno comunicato alle 8.20 che dalle 9.00 ero libero di uscire. Noi ci eravamo organizzati per la dimissione per oggi o domani. Noi, perchè i medici continuavano a ribadire che sarebbe stata verso fine settimana. Non vi dico quindi il casino e l'eccitazione nel fare le valige. In un mese avevo accumulato un sacco di cose nei 18 mq che avevamo previsto di portare a casa in 2 o 3 giri. Abbiamo invece dovuto fare tutto in una volta sola e il risultato è stato: 3 valige e diversi sacchetti. Quando siamo usciti dall'ospedale tutti ci guardavano malissimo. Qualcuno forse avrà pensato che al sesto piano dell'ospedale in realtà c'è un villaggio turistico. Fortunatamente ero molto più pronto rispetto alla prima volta e quindi il viaggio in macchina dall'ospedale a casa è andato molto più liscio. Nessuna paura di attentati terroristici. Xandre ci stava già aspettando alla finestra e anche lui era molto più preparato al ritorno del papai. Nessuna scena surreale della materializzazione in 3D del proprio figlio come per la prima volta. Oltre a Xandre e a Kiki, a casa ad aspettarmi c'erano Neli e Don. Vi lascio immaginare i primi momenti in casa. Ossigeno, colori, rumori, odori oltre ovviamente a Xandre, Kiki e tutti gli altri. Più passava il tempo più l'adrenalina calava e più mi sentivo sparato dentro una giostra che girava a tutta velocità. Ho creduto un paio di volte di non reggere. Pensandoci bene gli astronauti dopo una missione nello spazio rimangono isolati per potersi acclimatare. Forse sarebbe servito anche a me. Vedere Yara impegnata nelle mille faccende di casa mi ha sconvolto, credo che nemmeno dandomi una settimana di tempo riuscirei a fare quello che lei ha fatto nelle ultime 24 ore. Ho perso il concetto di azione e non solo. Oggi pomeriggio ad un certo punto Yara mi ha guardato e mi ha detto: “Alessandro saranno 3 ore che non dici una parola”. Cosa volete “che vi dica”, la mia normalità dei 18 mq era non parlare, stare zitto. Ho perso l'abitudine al parlare. Non sto male è solo che questo secondo giro mi ha segnato veramente tanto, sia fuori sia dentro. Essere a casa è bellissimo, poter stare con Yara, Xandre, Kiki e Neli è meraviglioso. Cosi come potersi fare una doccia e asciugarsi con un telo di spugna morbido e profumato. Sono un milione le cose che fanno meraviglioso stare a casa, anzi tutto. Nei 18 mq niente è meglio della peggior cosa di casa. Non ho però ancora le energie per godermi tutto questo ma fortunatamente questa volta ho tempo per riprendermi. Questo atterraggio nella mia vita non è stato proprio morbidissimo, bellissimo ma non morbidissimo!

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