martedì 9 marzo 2010

MASCHERINA E PELATA

Oggi giornata di visite in ospedale. Ho iniziato con un bel prelievo di 26 provette di sangue. 26 non è un numero messo a caso è proprio il numero esatto. Poi cambio della medicazione del CVC. Visita dal medico. E per concludere la mattinata una TAC con mezzo di contrasto. Sono stato ricoverato per più di due mesi ma vivere l'ospedale in questo modo è molto diverso. Molto più brutto. Nei 18 mq mi ero creato il mio habitat, dove la malattia era l'ultima cosa. Io non mi sentivo malato. Praticamente non c'erano malati nell'ospedale dei 18 mq. Adesso invece tutte le persone che incontro nelle varie sale d'aspetto sono malate. Lo si vede nei loro occhi, nella rassegnazione dei loro sguardi. Il panico di chi non conosce la propria diagnosi e lo sforzo di una finta serenità di chi la conosce. Anche le infermiere e i dottori trasmettono molto di più la tragedia dell'ospedale. In questo ospedale mi sento solo un numero, una sedia occupata in una sala d'aspetto. Giro parecchio per l'ospedale per le varie visite e quando finisco in una sala d'aspetto di un reparto “normale” la gente mi guarda strano, anche se tutte le sedie sono piene lasciano sempre libere quelle vicino a me. La mascherina e la pelata intimorisco tutti, come del resto intimorivano me. Le scene più belle le vivo sull'ascensore, gente che entra si accorge di me, mi guarda strano e poi esce dicendo ad alta voce una scusa per giustificarsi. Altri che si spalmano cosi tanto sulla parete che quasi diventano parte dell'ascensore. I più ridicoli sono le coppie che si guardano strano e sotto voce si chiedono che malattia contagiosa avrò, non immaginando che in realtà sono loro i contagiosi. La cosa più divertente è che io non me ne rendo conto di essere diventato “diverso” e quindi rimango ancora stupito e stranito quando mi vedo allo specchio con mascherina e pelata e … e cerco anch'io una scusa banale da dire ad alta voce per allontanarmi dallo specchio.

3 commenti:

  1. Crudo e triste quello che hai scritto oggi, caro Alessandro. Ma ieri mattina Lucia m'ha fatto vedere le Tue recenti foto in famiglia e mi hanno colpito i Tuoi occhi: e' come se la Tua sofferenza e la Tua voglia di comunicare avessero dato loro la favella ... e parlavano di una grande serenita' interiore, propria di chi sa che la grande partita l'ha gia' vinta e aspetta solo che si acquetino le ultime tensioni per poter festeggiare con tutti la sua meravigliosa vittoria. Bravo il nostro gladiatore! Un abbraccio. Gianni

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  2. Ciao fratellino...mi sei mancato tanto!
    Mo' ti racconto una cosa: anni fa, quando ero in procinto di partire per l'Africa, andavo dal dottor Iamoni (il "nostro" dottor Iamoni, quello che non c'è più) per farmi prescrivere i vaccini. Tutte le volte, sedevo nella sala d'aspetto in compagnia di una decina di persone, tra vecchiette, pensionati, bambini con la tosse e lui - il dottore - uscendo per prendere le ricette da ripetere, mi vedeva e diceva sempre (si perchè dopo aver osservato l'effetto della prima volta, era diventato un gioco divertente per tutti e due): "come va con la malaria? hai cominciato a prendere il chinino? e la febbre gialla, ce l'hai ancora? per la menengite ti do come al solito le cefalosporine. Appena ti viene il mal di testa, prendine una capsula mi raccomando non come l'ultima volta...". Man mano che il doc parlava si apriva intorno a me una voragine...le mamme strigevano i bambini più vicino, le vecchiette si spostavano a grappoli e commentavano a voce bassa come solo le vecchiette di Bià sanno fare. Con quel mezzo tono che riesci a sentire benissimo. "Ma quela lì le no la fieula del geometra? Pora fieula!".
    Ricordo che l'ultima volta, appena il dottore è rientrato nel suo studio, ho lasciato che il pubblico si organizzasse e poi...ho dato un colpo di tosse...auhauhuahuuahuahh! Come mi sono divertita!!!!
    Un bacio.
    TTVVBB, Sil

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  3. “….ANOTHER BRICK IN THE WALL….”

    Mattoni di paura associata a superficialità che innalzano muri fra le persone
    Essere intimoriti è un fatto, essere superficiali se non irriguardosi è un altro.
    Il ritrarsi l’allontanarsi….queste sono proprio cose che mi rattristano.

    Vorrei che la superficialità e la fretta nei giudizi qualcuno di autorevole li mettesse tra i peccati mortali. La morte dei rapporti umani.
    In fondo l’episodio di Gesù di fronte ai bravi normali cittadini che stavano per lapidare l’adultera non lo ha indicato chiaramente ?

    Per me il problema non è rendersi conto di una maggiore “diversità” o “normalità” quanto realizzare che siamo tutti “normalmente diversi”.

    Il tuo essere stranito, secondo me, non fa parte di questi atteggiamenti, è una normale reazione ad un mutamento transitorio della propria immagine che giustamente non ti va giù.

    Ciao
    Massimo

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