venerdì 15 aprile 2016

Non ho le forze per tornare...

Io sto bene, tranne il problema agli occhi, io sto molto bene. Non ho dolori, ho energia e fiato. Ho caldo. Anche la bocca, non ricordo da quanto tempo non era messa così bene. La cosa strana di ieri sera, non è aver bevuto due mirti, ma è essere riuscito a bere due mirti, senza impazzire dal bruciore dell’alcol. Sentirmi così è uno stimolo al fare.

Nonostante l’ennesima notte di cattivo sonno, questa mattina mi sono alzato alle 6. Ho portato i bambini a scuola, fatto gli esami in ospedale e colazione con Dule. Sono andato in ufficio, ho fatto un bell’incontro operativo che è proseguito fino all’ora di pranzo, dove per non perdere tempo abbiamo deciso di mangiare dei panini sulla mia scrivania. Non mi manca la fame, sono stato l’unico delle 7 persone presenti a fare il bis.
Alle 13.45 sono scappato per andare a prendere i bambini a scuola. Siamo tornati a casa e abbiamo preso la macchina di Yara e l’abbiamo portata all’autolavaggio dell’Auchan. Abbiamo fatto un giro nel centro commerciale per prenderci un gelato. Ci hanno detto che la macchina sarebbe stata pronta solo dopo 2 ore. Il tempo era bellissimo, cielo azzurro e quindi ho deciso di tornare a casa a piedi, sono circa 3 km e 30 minuti. I bambini in magliette a maniche corte e io da metà in poi, in camicia.
Qui le prime interferenze, i primi stress. Tutto era bellissimo, ma la mia attenzione poco a poco si spostava sulle possibili conseguenze di quella passeggiata. Il fatto che stavo sudando, il fatto che stare al sole peggiora la GVH, il rigetto del midollo verso il mio corpo. La mia visione era sulle possibili cose negative e non sul godere il momento.
Ho lasciato i bambini al parco con Nani, che ci stava aspettando li, e sono tornato a casa. Tutta una tirata dalla mattina, fino a quando mi sono seduto per qualche minuto sulla poltrona.

Nessun eroismo o altro, è una mia necessità. So che devo riposare, so che il mio corpo ha preso una bella batosta di chimica. Non mi cresce la barba da più di un mese. Razionalmente lo so ma la forza di voler fare, di voler essere attivo e vivo è più forte. In questo momento ci vedo pochissimo, potrei benissimo non scrivere questo post. Rimandare a domani ma non ci riesco, sto lottando per terminarlo. Mi sono già addormentato 3 volte. Non finirlo sarebbe una sconfitta.

Alle 16.30, con la mia macchina sono tornato per fare il cambio, ho lasciato la mia e preso quella di Yara. Era più di un mese che le macchine non venivano lavate e ne avevano proprio bisogno. La macchina di Yara non era ancora pronto, quindi sono andato a fare la spesa nel supermercato del centro commerciale. Un sacchettone di roba. Ho preso la macchina di Yara, che nel frattempo avevano finito di lavare, e sono tornato a casa. Il dilemma: come faccio a tornare a prendere la mai di macchina? Vado a piedi? Chiamo qualcuno per farmi accompagnare? Vado in bicicletta e poi la carico nel bagagliaio?

Ho il difetto di chiedere poche volte aiuto e di voler fare sempre da solo. Ho trovato mille motivi per non chiamare nessuno e ho deciso di tornare a piedi, usando quel tempo per fare la trasmissione su Periscope. Il mio cervello sta lavorando così, cerca di infilare il fare, in ogni momento della mia vita. Sono uscito e il tempo era cambiato. Il cielo era nuvoloso ma soprattutto c’era una leggera brezza. Vado e ignoro, non vedevo altre soluzioni.

Chi mi ha seguito su Periscope, sono sicuro ha notato qualche cosa di diverso. C’era un’interferenza inconscia di base, che ogni tanto affiorava nel conscio. Avevo paura.

Paura di aver fatto una scelta sbagliata, di aver fatto una cosa sbagliata. Paura dei rimproveri degli altri per quello che ho fatto. Paura di potermi ammalare e soprattutto paura di compromettere il percorso di guarigione.

Camminavo, sudavo e sentivo ancora più la presente della brezzolina. Avevo freddo. La trasmissione mi ha distratto per tutta la camminata, ma il mio sorriso non era quello solito. Ogni tanto perdevo il qui e ora per andare in un futuro di negatività e di paura. Con sforzo tornavo, ma parte di me, rimaneva là.

Sono arrivato a prendere la macchina ma le paure sono rimaste, anzi si sono amplificate. Ho cercato di cenare il più veloce possibile, ho fatto la doccia e alle 20.30 ero nel letto. Fortunatamente anche i bambini erano stanchi e hanno seguito questi miei tempi senza problemi.

Questo post non ha una conclusione, un liete fine. Questo post finisce qui, con ancora tutte le paure che mi stanno portando nel posto sbagliato. Non ho le forze per tornare.

2 commenti:

  1. Ciao Ale, la paura e' normalissima! Leggendo fino ad oggi i tuoi post in effetti ero un po' preoccupata e ammirata allo stesso tempo: come fa a non avere paura.... E pensavo: la paura c'è ma Ale la scansa non ne parla.....
    E oggi ..... Finalmente Ale si è sfogato ha tirato fuori anche questo "uovo sodo" (quella sensazione che hai in gola e ti sembra di avere un uovo che non va né su né giù). E poi (me lo hai insegnato tu) solo cose positive: non ti cresce la barba? Meglio eviti di fartela tutti i giorni!
    Ciao Ale!

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  2. Ciao Ale come dice Sarah la paura o un momento di debolezza ci stanno, sei tu che mi insegni la teoria degli opposti senza la tristezza non ci sarebbe la gioia, senza il male non c'è il bene, la paura in questo caso è il contraltare alla grande voglia di fare e di sorridere che ci trasmetti ogni giorno. Per cui, relax tutto si aggiusta.
    Valerio

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Ricordate... solo cose positive!