Io sto bene, tranne il problema agli occhi, io sto molto
bene. Non ho dolori, ho energia e fiato. Ho caldo. Anche la bocca, non ricordo
da quanto tempo non era messa così bene. La cosa strana di ieri sera, non è
aver bevuto due mirti, ma è essere riuscito a bere due mirti, senza impazzire
dal bruciore dell’alcol. Sentirmi così è uno stimolo al fare.
Nonostante l’ennesima notte di cattivo sonno, questa mattina
mi sono alzato alle 6. Ho portato i bambini a scuola, fatto gli esami in
ospedale e colazione con Dule. Sono andato in ufficio, ho fatto un
bell’incontro operativo che è proseguito fino all’ora di pranzo, dove per non
perdere tempo abbiamo deciso di mangiare dei panini sulla mia scrivania. Non mi
manca la fame, sono stato l’unico delle 7 persone presenti a fare il bis.
Alle 13.45 sono scappato per andare a prendere i bambini a
scuola. Siamo tornati a casa e abbiamo preso la macchina di Yara e l’abbiamo
portata all’autolavaggio dell’Auchan. Abbiamo fatto un giro nel centro
commerciale per prenderci un gelato. Ci hanno detto che la macchina sarebbe
stata pronta solo dopo 2 ore. Il tempo era bellissimo, cielo azzurro e quindi
ho deciso di tornare a casa a piedi, sono circa 3 km e 30 minuti. I bambini in
magliette a maniche corte e io da metà in poi, in camicia.
Qui le prime interferenze, i primi stress. Tutto era
bellissimo, ma la mia attenzione poco a poco si spostava sulle possibili
conseguenze di quella passeggiata. Il fatto che stavo sudando, il fatto che stare
al sole peggiora la GVH, il rigetto del midollo verso il mio corpo. La mia
visione era sulle possibili cose negative e non sul godere il momento.
Ho lasciato i bambini al parco con Nani, che ci stava aspettando
li, e sono tornato a casa. Tutta una tirata dalla mattina, fino a quando mi
sono seduto per qualche minuto sulla poltrona.
Nessun eroismo o altro, è una mia necessità. So che devo
riposare, so che il mio corpo ha preso una bella batosta di chimica. Non mi
cresce la barba da più di un mese. Razionalmente lo so ma la forza di voler
fare, di voler essere attivo e vivo è più forte. In questo momento ci vedo
pochissimo, potrei benissimo non scrivere questo post. Rimandare a domani ma
non ci riesco, sto lottando per terminarlo. Mi sono già addormentato 3 volte.
Non finirlo sarebbe una sconfitta.
Alle 16.30, con la mia macchina sono tornato per fare il
cambio, ho lasciato la mia e preso quella di Yara. Era più di un mese che le
macchine non venivano lavate e ne avevano proprio bisogno. La macchina di Yara
non era ancora pronto, quindi sono andato a fare la spesa nel supermercato del
centro commerciale. Un sacchettone di roba. Ho preso la macchina di Yara, che
nel frattempo avevano finito di lavare, e sono tornato a casa. Il dilemma: come
faccio a tornare a prendere la mai di macchina? Vado a piedi? Chiamo qualcuno
per farmi accompagnare? Vado in bicicletta e poi la carico nel bagagliaio?
Ho il difetto di chiedere poche volte aiuto e di voler fare
sempre da solo. Ho trovato mille motivi per non chiamare nessuno e ho deciso di
tornare a piedi, usando quel tempo per fare la trasmissione su Periscope. Il
mio cervello sta lavorando così, cerca di infilare il fare, in ogni momento
della mia vita. Sono uscito e il tempo era cambiato. Il cielo era nuvoloso ma
soprattutto c’era una leggera brezza. Vado e ignoro, non vedevo altre
soluzioni.
Chi mi ha seguito su Periscope, sono sicuro ha notato
qualche cosa di diverso. C’era un’interferenza inconscia di base, che ogni
tanto affiorava nel conscio. Avevo paura.
Paura di aver fatto una scelta sbagliata, di aver fatto una
cosa sbagliata. Paura dei rimproveri degli altri per quello che ho fatto. Paura
di potermi ammalare e soprattutto paura di compromettere il percorso di
guarigione.
Camminavo, sudavo e sentivo ancora più la presente della
brezzolina. Avevo freddo. La trasmissione mi ha distratto per tutta la
camminata, ma il mio sorriso non era quello solito. Ogni tanto perdevo il qui e
ora per andare in un futuro di negatività e di paura. Con sforzo tornavo, ma
parte di me, rimaneva là.
Sono arrivato a prendere la macchina ma le paure sono
rimaste, anzi si sono amplificate. Ho cercato di cenare il più veloce
possibile, ho fatto la doccia e alle 20.30 ero nel letto. Fortunatamente anche
i bambini erano stanchi e hanno seguito questi miei tempi senza problemi.
Ciao Ale, la paura e' normalissima! Leggendo fino ad oggi i tuoi post in effetti ero un po' preoccupata e ammirata allo stesso tempo: come fa a non avere paura.... E pensavo: la paura c'è ma Ale la scansa non ne parla.....
RispondiEliminaE oggi ..... Finalmente Ale si è sfogato ha tirato fuori anche questo "uovo sodo" (quella sensazione che hai in gola e ti sembra di avere un uovo che non va né su né giù). E poi (me lo hai insegnato tu) solo cose positive: non ti cresce la barba? Meglio eviti di fartela tutti i giorni!
Ciao Ale!
Ciao Ale come dice Sarah la paura o un momento di debolezza ci stanno, sei tu che mi insegni la teoria degli opposti senza la tristezza non ci sarebbe la gioia, senza il male non c'è il bene, la paura in questo caso è il contraltare alla grande voglia di fare e di sorridere che ci trasmetti ogni giorno. Per cui, relax tutto si aggiusta.
RispondiEliminaValerio